Dopo la travagliata elezione del Presidente dell’Ars e la spaccatura nel Pd con accuse date in pasto alla stampa per giustificare la voglia di litigare che è evidente nel partito, oggi si torna a battagliare, politicamente, all’Ars. E’ il giorno dell’elezione dell’ufficio di presidenza composto da due vice presidenti uno dei quali vicario, tre deputati questori e tre deputati segretari.
Il presidente eletto sabato, Gianfranco Miccichè, dopo aver smentito le fantasione ricostruzioni di un accordo con parte del Pd per tributargli quei quattro voti non necessari alla sua elezione, accordo che sarebbe stato benedetto da Roma e dimostrato da una telefonata di auguri giunta dal Ministro Lotti, oggi deve sedersi proprio con i partiti Pd compreso per trovare un accordo sull’elezione dell’ufficio di presidenza.
Non si tratta, stavolta, di accordi sotterranei o trattative segrete. E’ il regolamento d’aula a prevedere che debba esserci equilibrio fra deputati della maggioranza e dell’opposizione nella composizione dell’ufficio di presidenza. Per stabilire, dunque, questi equilibri serve che i gruppi siano costituiti e sulla base della loro consistenza si possa trattare.
Manca, in realtà, solo la formalità ma i gruppi dovrebbero essere abbastanza chiaramente composti e corrispondono alle liste che sono state messe in campo. I gruppi, complessivamente, dovrebbero essere sei più il gruppo misto. Tredici saranno gli iscritti al gruppo di Forza Italia, sei popolari e Autonomisti, 6 Udc, 5 Diventerà Bellissima che probabilmente diventeranno sei con il Presidente della Regione, 4 Fratelli d’Italia. Eletto nella maggioranza andrà, invece nel gruppo misto il deputato Tony Rizzotto della Lega e si ritroverà insieme a Claudio Fava unico eletto a sinistra ma nello stesso gruppo misto potrebbero confluire anche i due deputati di Sicilia Futura che essendo solo due non possono costituire gruppo a se e sembra tramontata l’ipotesi che confluiscano nel gruppo Pd.
Due i gruppi di opposizione. La pattuglia 5 stelle composta da 20, deputati e il gruppo Pd composto da 11 sempre che il Pd non arrivi fino all’onda finale della spaccatura anche del gruppo.
Fino ad ora solo tre gruppi hanno scelto i loro presidenti 7 capogruppo e sono Giuseppe Milazzo per Forza Italia, Margherita La Rocca Ruvolo per l’Udc e Valentina Zafarana per i 5 stelle. Anche i capigruppo sono fondamentali per la trattativa. Se non sono stati scelti loro non si può insediare la conferenza dei capigruppo con la quale il Presidente dell’ars tratta in nome e per conto di tutti. E’ in quella sede che si trovano gli equilibri politici e si stabiliscono i calendatri dei lavori d’aula e delle commissioni.
Con questa formazione alla maggioranza spetterà, comunque, il vice presidente vicario e a qul posto ambiscono Roberto Di Mauro ma anche Giusy Savarino. Il secondo vice presidente sarà dell’opposizione e in particolare dei 5 stelle che dovrebbero indicare Giancarlo Cancelleri.
Questori e segretari dovrebbero essere, in questo caso, suddivisi un questore e un segretario al Pd, un questore e un segretario ai 5 stelle, un questore e uns egretario alla maggioranza che cede il passo avendo già presidente e vice presidente vicario nell’ufficio di presidenza.
Ma tutto questo deve trovare formalità e se non verranno ufficializzati i gruppi è difficile se non impossibile. E resta in piedi anche la spaccatura Pd che rischia di far presentare i renziani da un lato e i cracoliciani dall’altro aumentando le difficoltà di questa trattativa.
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