Un progetto per la diffusione della cultura a Palermo dei minori stranieri non accompagnati. 

E’ stato presentato questa mattina a Palazzo delle Aquile a Palermo. A promuoverlo l’Unicef con lo scopo di tracciare un percorso di integrazione che parta dai motivi della fuga di questi minori dal proprio Paese fino a giungere alle procedure di affido dei bambini, dal punto di vista legislativo, didattico, educativo.

Il progetto intitolato “Refugee and Migrant Response Italy’”, sposato dal nuovo garante per l’infanzia che lo ha presentato questa mattina, partirà a gennaio per terminare a marzo ed è rivolto a tutti gli operatori del settore: insegnanti, avvocati e genitori.

Alla presentazione sono intervenuti il garante dell’Infanzia del Comune di Palermo Pasquale D’Andrea, la responsabile ufficio volontari Unicef Italia Chiara Ricci, la coordinatrice Unicef Refugee and Migrant Response Italia Rose Anne Papavero, l’esperta della protezione dell’Infanzia Unicef Sabrina Avakian e la ricercatrice della facoltà Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione dell’Università di Palermo Elisabetta di Giovanni.

“Il corso consiste in un percorso informativo sulle leggi, le procedure e le istituzioni responsabili nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati nel nostro territorio – afferma Pasquale D’Andrea,  -. E’ un percorso che parte dalla prima accoglienza, passando alla seconda fino ai 18 anni e all’inserimento dei ragazzi arrivando al progetto educativo integrato. Abbiamo in totale un migliaio di ragazzi, divisi tra la prima e la seconda accoglienza, anche se ormai le due fasi non si distinguono più perché ci sono molti fermi nel territorio da oltre un anno. La difficoltà di collocarli in altre città è sempre più visibile.”

“Ancora una volta si rafforza la collaborazione dell’amministrazione comunale con l’Unicef – afferma Leoluca Orlando – avendo al centro il riconoscimento dei diritti per l’infanzia in un momento in cui bisogna avere una particolare attenzione per i minori stranieri non accompagnati. Abbiamo firmato un protocollo d’intesa per dedicare un’attenzione personalizzata a questi minori, che non sono un  numero, ma che possono essere i nostri figli, i nostri nipoti. Credo che a Palermo – prosegue il sindaco – possiamo dire voce alta che siamo diventati un punto di riferimento nel mondo di cultura di accoglienza. Lo siamo diventati in realtà perché stiamo cercando di cambiare le nostre teste e di affermare che nella nostra città non esistono migranti: chi arriva a Palermo diventa palermitano, quindi un ex migrante. Palermo è stata la prima città d’Italia ad oggi l’unica – conclude Orlando – ad avere approvato un approccio sistemico e organico che ha coinvolto tutte le istituzione , dal Comune alla Questura, dall’Asp al garante per l’infanizia  e all’Università.”

Gli obiettivi generali del protocollo riguardano:

– Rafforzamento di una rete locale per facilitare l’accesso ai servizi dei/delle MSNA  (istruzione, sanità, cultura, sport, ecc), supportando anche il percorso di avvio della sperimentazione  sui tutori volontari, in collaborazione con il Garante cittadino.

– Mappatura del sistema di protezione dei/delle MSNA e dei minori in generale, sviluppo di un piano d’azione sulla capacità esistente di accoglienza e di strategie per ottimizzare le misure alternative ai Centri.

– Sistema di monitoraggio sugli standard minimi: valutazione delle pratiche esistenti nei servizi di monitoraggio per MSNA, assistenza tecnica per mettere le basi ad un processo partecipativo finalizzato alla valutazione del sistema di monitoraggio, al fine di identificare le criticità ed indirizzare un sistema armonico e coordinato, documentazione e diffusione dei risultati per influenzare l’adozione a livello nazionale del sistema di monitoraggio, partecipazione di MSNA nel monitoraggio (IT/U-Report).

–  Rafforzamento delle capacità  degli operatori di prima linea in diretto contatto con i/le MSNA e gli altri professionisti.

– Realizzazione di un progetto pilota, documentazione e disseminazione di buone pratiche per soluzioni alternative all’istituzionalizzazione, ricerca di famiglie di aiuto.