la decisione del consiglio di stato

Università, test di accesso a Medicina 2018, ricorrenti ammessi: 1600 posti in più

Milleseicento studenti in più potranno presto studiare Medicina. A stabilirlo, per la prima volta, i giudici del Consiglio di Stato che hanno accolto i ricorsi e ammesso gli studenti assistiti dallo studio legale Leone-Fell al corso di laurea in Medicina e chirurgia. È la prima volta che un giudice amministrativo fissa il numero di posti, e dunque di ricorrenti, da ammettere.

“Denunciamo da anni l’errato calcolo del fabbisogno – dichiarano Francesco Leone, Simona Fell e Floriana Barbata, soci dello studio legale Leone-Fell – calcolo da cui poi scaturisce il numero di posti messi a bando. Già lo scorso anno avevamo avuto un primo riscontro positivo e i giudici del massimo organo di giustizia amministrativa avevano accolto le nostre tesi con cui si contestava la corretta determinazione dei posti messi a bando dal Miur, enunciando in maniera ampia e approfondita i principi ai quali il Ministero avrebbe dovuto attenersi. E, nonostante il Miur non abbia mai dato seguito e riscontro, oggi il Consiglio di Stato si sostituisce al Ministero calcolando il numero di posti da aggiungere a quelli già banditi nel 2018.

Questa vittoria – precisano i legali – conferma che stiamo lavorando nella giusta direzione non solo per ripristinare il diritto allo studio, ma anche per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”.

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Ricordiamo infatti che anche le associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme, calcolando la mancanza di 25mila medici già al 2021, ammanco che non potrà essere colmato e che porterà al collasso del Sistema sanitario nazionale se non si corre a i ripari. E dove la politica fallisce, interviene la giustizia.

“Considerato tuttavia che è pervenuta la notizia dell’aumento di circa 1.600 posti complessivi nelle Università italiane per detti corsi di laurea, seppure disposto per l’a. a. 2019/2020, – si legge nel decreto – e che (…) tale aumento non soltanto è indice del sottodimensionamento dei posti sin qui disponibili nell’offerta formativa, ma sembra anche più aderente ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri (…) accoglie le istanze ed ammette i ricorrenti ai corsi di laurea indicati in prima o diversa opzione”.
In pratica, poiché quest’anno il numero dei posti messi a bando è di circa 1.600 unità in più e rispetta comunque le capacità ricettive degli atenei, secondo i giudici, è comprensibile che tale numero possa essere riportato anche per gli anni precedenti. Inoltre, tale aumento di posti dovrebbe iniziare ad arginare la carenza di medici.

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“Ci auguriamo adesso che anche il numero di borse per le Specializzazioni mediche subisca lo stesso trend di crescita e – concludono gli avvocati – che si riesca a scongiurare davvero il crollo del Sistema sanitario”.

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