Vetrine spaccate, auto vandalizzate, furti alle attività commerciali. La situazione nel centro storico di Palermo è fuori controllo. L’ultimo episodio di criminalità si è verificato ieri mattina in via Milano, dove sono stati rotti i finestrini di alcune automobili parcheggiate sul posto. Episodi che non fanno di certo dormire sogni tranquilli agli abitanti e ai commercianti della zona.

Lo sfogo di un residente: “I vandali fanno quello che vogliono”

Per i proprietari delle auto e dei negozi coinvolti dall’ondata di criminalità c’è poi la beffa, ovvero il conto da pagare. Centinaia di euro tolti alla propria azienda o al proprio bilancio familiare per far fronte ai danni causati dai vandali. Di episodi di questo tipo ormai ne sono piene le colonne della cronaca cittadina. E c’è chi si dice stanco di tutto questo. Una lista in cui figura Ignazio Cassata, imprenditore palermitano residente in via Fiume che, non più tardi di lunedì 25 marzo, si è ritrovato i vetri della propria auto completamente distrutti. “I vandali fanno quello che vogliono e quando vogliono – racconta Cassata -. Le iniziative mosse dalla cittadinanza non sono servite a smuovere le coscienze. La raccolta firme non ha smosso nulla, così come le numerose riunioni fatte con le istituzioni. Siamo all’esasperazione totale”.

“Bisogna lottare contro lo spaccio di stupefacenti”

Fatto che non preoccupa soltanto in termini di ordine pubblico, ma anche e soprattutto di quieto vivere. Il signor Cassata infatti individua una causa ben precisa agli atti vandalici avvenuti nel centro storico di Palermo negli ultimi anni. “A mio parere, tutti questi episodi di criminalità derivano dallo spaccio e dal consumo di crack in zona. Basta sporgersi dal balcone e vedere quello che succede nelle nostre zone. Magari qualcuno, in cerca di pochi spiccioli per una dose, sfonda i vetri delle auto oppure delle attività commerciali”. Uno stato di continua tensione sul quale il residente di via Fiume pone richieste molto semplici. “Siamo in emergenza. Vorremmo semplicemente vivere tranquilli. E per garantire questo servono più controlli”.