Via libera nella notte alla legge finanziaria della Regione siciliana. Intorno all’una e mezza della notte arriva il voto finale con il quale  il Palamento siciliano approva la Legge di stabilità, il bilancio della Regione e le tabelle interne. Alla fine in aula ci sono solo 52 deputati su 70 e la legge viene approvata con soli 29 sì me con ben 23 no. Una approvazione relativamente di misura ma pur sempre una approvazione.

Gli ultimi articoli

Gli ultimi articoli a passare solo quelli sugli ex Pip le cui ora salgono non a 24 ma a 25 settimanali. Più fondi anche per i Comuni come promesso dal Presidente della Regione all’Anci ,e aumenti di disponibilità anche per i precari degli enti locali e quelli per l’emergenza idrica. Approvati anche 54 milioni da destinare alle spiagge libere attrezzate.

Sono norme che si aggiungono a quelle approvate durante una settimana difficile ovvero i quasi 200 milioni di contributi e defiscalizzazione per che assume, il Sicily Working, il bonus edilizio siciliano con 15 milioni di aiuti e gli sconti sulle tasse per chi vorrà prendere casa e residenza nell’isola. Via libera alla SuperZes chiesta dagli industriali, alla stabilizzazione dei precari Esa, all’aumento delle ore dei Forestali.

Passano anche norme secondarie care a specifici partiti: i 5 milioni per l’Oasi di Troina, la norma del Pd a sostegno della street art e i murales le telecamere contro le discariche illegali nelle strade extraurbane e i contributi per le aree a rischio crisi ambientale come Milazzo targate MpA, le borse di studio per l’area non medica della Dc; 6 milioni anche per il Cefpas, l’ente di formazione medica.

Anche se il clima d’aula è pessimo il governo riesce, comunque a far passare le norme essenziali, quelle ritenute importanti ovvero i circa 200 milioni di incentivi al lavoro, altri 200 nella SuperZes per gli industriali in Sicilia, il bonus edilizio da 15 milioni, le norme su ex Pip e forestali e sui comuni.

Un bagno di sangue politico

Ma la Finanziaria regionale è un vero e proprio bagno di sangue dal punto di vista politico. Forza Italia contesta la gestione md aula e parla di una maggioranza trasversale formatasi nelle ultime due nottate di trattative, un vero e proprio ribaltone silenzioso.

Gli attacchi

“Altro che tagliata fuori dalla finanziaria, FI è protagonista della manovra. Attacchi alle opposizioni solo per mascherare le voragini nella maggioranza” dice il vicepresidente M5S dell’Ars Nuccio Di Paola che, per avvalorare la sua tesi, ha chiesto, in coda alle votazioni della finanziaria, il voto palese ad un emendamento con varie norme sui Comuni del valore di una ventina di milioni di euro che ha avuto il via libera di tutti i deputati forzisti presenti in Aula.

“Altro che ribaltamento del tavolo ad opera delle opposizioni, come si vorrebbe far credere – ha aggiunto Di Paola – il M5S non ha mai fatto, e mai farà, accordi sottobanco sulla manovra. Queste accuse sono inaccettabili e certificano una sola cosa: l’esplosione dell’ormai ex maggioranza”.

Per il capogruppo Pd “Ancora una volta il gruppo Pd e le forze di opposizione hanno tenuto la barra dritta con senso di responsabilità, impedendo che fossero mantenute norme che nulla avevano a che fare con la finanziaria e proponendo misure concrete che in parte sono state inserite nella manovra” dice Michele Catanzaro subito dopo che il suo gruppo ha espresso voto contrario alla manovra finanziaria, approvata a Sala d’Ercole.

“In particolare – aggiunge Catanzaro – abbiamo proposto e sostenuto provvedimenti importanti in diversi ambiti: lavoratori forestali, Almaviva, Esa, Pip e contrattisti, South working, agevolazioni mutui per abitazioni nei centri storici, sostegno all’editoria, fondi ai Comuni per gli studenti con disabilità, contributo affitti per le famiglie in difficoltà, interventi contro la crisi idrica in agricoltura. Purtroppo il governo è rimasto sordo di fronte ad altre misure che il gruppo Pd aveva proposto con le forze di opposizione e che avrebbero potuto sostenere diversi settori, dal sociale agli enti locali, ai comparti produttivi”.

“Così come avevamo detto già all’indomani dei lavori della commissione Bilancio – conclude Catanzaro – la manovra doveva essere snellita fin dall’inizio. Resta un dato politico che è sotto gli occhi di tutti: c’è una maggioranza schizofrenica, il governo Schifani non si regge più in piedi”.

Un disastro politico

Le opposizioni, che pure hanno portato tanto a casa, sottolineano gli scontri nella maggioranza “Un disastro politico e morale. Aula ridotta a un mercato, con una maggioranza allo sbando e interessata solo a portare a casa qualcosa per sé” sostiene il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca .

“È stata una manovra nata male e cresciuta peggio – ha detto De Luca – con un testo che doveva contenere 28 articoli e che è arrivato in Aula con 134 norme, senza alcuna visione, senza una selezione programmatica, frutto solo di desiderata individuali e scambi finalizzati a tenere insieme una maggioranza ormai in frantumi. Di questi 134 articoli, grazie alla nostra azione, ne sono saltati ben 78, un risultato politico di grande rilievo. Noi non ci siamo piegati su nulla e per nulla, perché non è stato nostro interesse portare avanti emendamenti territoriali ma solo temi di interesse e dall’alto valore sociale per tutti i siciliani”.
“Abbiamo assistito – ha continuato – a scene di una volgarità inaccettabile, con attacchi feroci, risse e deputati accalcati attorno agli assessori come in un supermercato, nel tentativo di portare a casa qualcosa e non di lavorare per gli interessi collettivi. È stato uno dei momenti più bassi della storia dell’Ars”.
“Quest’Aula – ha concluso – ha perso autorevolezza e non rappresenta più l’interesse generale, ma solo gli interessi di pochi. La vera questione morale non è solo quella giudiziaria, ma è anche quella che riguarda la qualità pessima del processo legislativo, il disprezzo delle regole, la voracità incontrollata dei deputati. Così si alimenta ogni giorno la sfiducia verso il governo, che si è ormai delegittimato con i propri comportamenti. Questa manovra è stata la vera sfiducia a Schifani”.

Un mese di vacanza per sbollire

Adesso i deputati vanno in vacanza. Una lunga vacanza. Si tornerà in aula il 13 gennaio nella speranza che siano sbollita la collera per quel che è successo e che questo mese porti con se consiglio e trattative per far tornare il sereno. C’è ancora un anno e mezzo di legislatura da affrontare