In Sicilia si annuncia una vendemmia eccezionale, tra le migliori degli ultimi anni. I vigneti dell’isola promettono uve di altissima qualità e una produzione abbondante, grazie a condizioni climatiche favorevoli e a una gestione agronomica sempre più attenta.
Eppure, nonostante la festa che ogni anno accompagna questo periodo cruciale per il settore vitivinicolo, l’atmosfera è tutt’altro che serena.
Dazi al 15% e concorrenza sleale frenano gli investimenti
A gettare un’ombra sul futuro delle cantine siciliane sono i dazi americani e le incertezze legate alle politiche commerciali internazionali.
Il grido d’allarme arriva da Salvino Caputo, vice segretario regionale dell’Udc in Sicilia, che ha raccolto le preoccupazioni di viticoltori e imprenditori del settore: “Nonostante la vendemmia nei terreni siciliani si preannunci ottima sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, un’ombra di incertezza incombe sul futuro del settore vitivinicolo italiano a causa delle politiche internazionali su dazi e sanzioni. Servono certezze dal punto di vista politico ed economico“.
“Ad oggi – ha continuato Salvino Caputo – nonostante le flebili rassicurazioni in merito alla escursione dei vini dal novero delle sanzioni commerciali, permane l’obbligo di sottoporre il vino alla tassazione del 15 percento. Tutto questo determina incertezza e cautela negli investimenti con ricaduta anche e livello occupazionale”.
Il problema è tanto economico quanto politico. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più importanti per l’export del vino italiano, e ogni ostacolo doganale pesa in modo diretto sulla competitività delle etichette siciliane. Le altre regioni produttrici, in particolare quelle non toccate dai dazi, diventano concorrenti ancora più agguerrite in un mercato già saturo e altamente competitivo.
L’incertezza sulle regole del commercio internazionale crea una paralisi operativa per molte aziende. I produttori esitano a firmare nuovi contratti o a espandere le loro attività.
Caputo invoca un’azione rapida da parte delle istituzioni regionali e nazionali: “Ritengo doveroso che la Politica Regionale e Nazionale si attivi con urgenza, stante il livello avanzato della vendemmia, a dare una risposta certa e chiara ai nostri imprenditori agricoli. Anche per la forte concorrenza, determinata dai vini prodotti in altre regioni non soggette ai dazi americani”.
In gioco non ci sono solo i numeri dell’export, ma anni di investimenti, posti di lavoro e la tenuta di un intero settore che oggi chiede certezze e interventi mirati dalla politica.






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