Sono in corso gli interrogatori davanti al gip Marco Gaeta di tre dei sette giovani arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo al Foro Italico a Palermo. Davanti al giudice si presentano Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao. Erano già stati ascoltati altri tre. Il Minorenne ha confessato ed è stato scarcerato e inviato in comunità, in due, invece, hanno sostenuto che la ragazza fosse consenziente ma non sono stati creduti e per loro sono stati confermati gli arresti.
Le accuse
Tutti avrebbero partecipato alla violenza di gruppo del 7 luglio scorso. La loro partecipazione è stata ricostruita attraverso la denuncia della vittima di 19 anni e dall’analisi del video estrapolato dal cellulare di uno dei presenti.
E’ un’indagine complessa che si è svolta in due fasi. Una prima con gli arresti del 3 agosto. Quella notte sono stati portati i primi tre ai cui i carabinieri sono giunti grazie alla testimonianza della vittima e dei video trovati nei cellulari dei giovani. Angelo Flores, 22 anni, Gabriele Di Trapani, 19 anni, Cristian Barone, 18 anni. Poi il 18 agosto sono stati arrestati Christian Maronia, 19 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Elio Arnao, 20 anni e un minorenne di 17 anni che nel frattempo è diventato maggiorenne.
I primi interrogatori
I primi interrogatori dei primi tre arrestati si erano già svolti il 4 agosto. Uno si era avvalso della facoltà di non rispondere mentre gli altri due erano sono difesi parlando di rapporti sessuali consenzienti. Oggi si stanno svolgendo quelli dei tre arrestati di venerdì scorso.
Maronia è colui che, convocato in caserma, disse riferendosi ad un altro indagato: “La struppiò… lei non voleva, faceva ‘no basta’”. Secondo la Procura guidata da Maurizio de Lucia si tratta di una frase chiave registrata dalle microspie dei carabinieri. Parole che smentirebbero, assieme al video, la tesi difensiva del rapporto consenziente.
Il minorenne, invece, ha confessato di avere partecipato. Il suo avvocato ha detto che ha chiarito la posizione e il gip ha attenuato la misura cautelare ponendo il minore in comunità.
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