I primi tre arrestati per lo stupro del branco hanno presentato ricorso al Tribunale del riesame. Venerdì scorso si sono tenute le udienze per Angelo Flores, 22 anni, difeso dall’avvocato Loredana Lo Presti  e per Gabriele Di Trapani, 19 anni, difeso dall’avvocato Alessandro Martorana. Questa mattina è stata la volta di Cristian Barone, 19 anni difeso dall’avvocato Giorgio Zanasi. “In questa fase non abbiamo dichiarazioni da fare”, dicono i legali degli indagati.

La linea difensiva dei primi tre

La linea difensiva varia, ma di poco. Flores ha ribadito anche durante l’interrogatorio lo scorso 4 agosto di essersi limitato a riprendere con il cellulare, e di non avere fatto male alla giovane. Gli altri ribadiscono che non ci sarebbe stata alcuna violenza e che la giovane sarebbe stata consenziente.

Gabriele Di Trapani lo ha detto davanti ai giudici del tribunale del Riesame respingendo tutte le accuse. Ha dichiarato davanti ai giudici che sarebbe stata la vittima a condurre il gruppo al Foro Italico e che era consapevole e consenziente di partecipare al rapporto sessuale di gruppo. La ragazza avrebbe chiesto di deviare il percorso per non essere vista dal fidanzato, che lavora in un locale del centro storico.

Nessuna violenza, ma un rapporto consensuale

Domani sono previsti gli interrogatori per gli altri tre arrestati venerdì scorso.

Davanti al gip Marco Gaeta saranno sentiti per l’interrogatorio di garanzia Christian Maronia, 19 anni, Samuele La Grassa, difeso dall’avvocato Salvatore Romeo e Elio Arnao 20 anni, difeso dall’avvocato Gerlando Orlando.

Il minorenne, che ha compiuto nel frattempo 18 anni davanti al gip del tribunale per i minorenni Alessandra Puglisi avrebbe ha chiarito la sua posizione.

Il racconto del minorenne scarcerato

“Ha raccontato per filo e per segno quello che è successo la notte del 7 luglio. E’ chiaro che ci sono molte cose che saranno oggetto di approfondimento e in questa fase non sia opportuno rivelare – dice l’avvocato Pietro Capizzi che assiste il minorenne – Ci sono indagini e interrogatori in corso degli altri maggiorenni e al momento è preferibile non dire altro”. C’è un video trovato dai carabinieri in uno dei cellullari degli arrestati che lascia pochi dubbi sulla presenza del ragazzo, che ha già compiuto 18 anni, nel cantiere abbandonato sulla costa palermitana dove si è verificata la violenza a cui hanno preso parte sette giovani dai 18 ai 22 anni.

La confessione ha portato alla scarcerazione dell’indagato, che adesso si trova in comunità. La procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha annunciato già la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del gip, ritenendo che si tratta di fatti particolarmente gravi e dunque il giovane deve stare in carcere. “In base al suo racconto – aggiunge l’avvocato Capizzi – ci sono i presupposti per un percorso di recupero da qui la decisione del gip di attenuare le esigenze cautelari alla luce del racconto fatto che il gip ha ritenuto credibili”.

 

 

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