Il minorenne che ha partecipato allo stupro di gruppo al Foro Italico a Palermo ha confessato davanti al gip del tribunale per i minorenni Alessandra Puglisi.

C’è un video trovato dai carabinieri in uno dei cellullari finora trovati agli arrestati che lasciano pochi dubbi sulla presenza del ragazzo che ha già compiuto 18 anni nel cantiere abbandonato nella costa palermitana dove si è svolta la violenza a cui hanno preso parte sette giovani da 22 ai 18 anni.

Nessun rischio di inquinare le prove, scarcerato

La confessione ha portato alla scarcerazione dell’indagato che adesso si trova in comunità. La procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha annunciato già la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del gip.

Si tratta di fatti particolarmente gravi e il giovane deve stare in carcere. Tra l’altro il video recuperato dal nucleo investigativo dei carabinieri mostrerebbe che il minorenne è stato tra i più violenti. Oggi in tribunale ci saranno gli interrogatori degli altri tre arrestati venerdì. I primi tre del gruppo erano finiti in carcere all’inizio di agosto.

Oggi l’interrogatorio di tre dei sei maggiorenni

Intanto è il giorno dei primi interrogatori in Tribunale a Palermo per metà dei sei giovani maggiorenni violentatori del Foro Italico. Fra qualche ora tre dei sette giovani arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo, si presenteranno davanti al gip per difendersi. Assistiti dai legali dovranno spiegare cosa è successo la notte del 7 luglio quando, come ricostruito dai carabinieri, hanno fatto ubriacare una ragazza di 19 anni e dopo averla condotta nella zona del cantiere abbandonato del collettore fognario, l’hanno violentata.

Il video girato da uno degli stupratori

Uno “stupro di massa” come documenta il titolo del video girato da Angelo Flores che con il cellulare ha ripreso la violenza nei confronti della vittima inerme. Davanti al Gip gli indagati dovranno chiarire diversi aspetti della vicenda. In particolare gli inquirenti stanno cercando alcuni cellulari che sarebbero stati fatti sparire.

Caccia ai telefonini

Nel corso di una conversazione captata in caserma dai carabinieri due dei ragazzi arrestati, Samuele La Grassa ed Elio Arnao, parlano infatti della necessità di nascondere i telefoni, uno dei quali sarebbe stato “seppellito” sotto terra forse perché conteneva altri video compromettenti: “Poi me lo scrivi su WhatsApp dove lo hai messo”, chiedeva La Grassa ad Arnao che rispondeva: “Cosa, il telefono? Neanche in una pianta è… era in un magazzino pure in un punto sotto terra. Lo sappiamo soltanto io e Francesco. Te l’ho detto, devi sempre avere qualcosa nascosta”.

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