“Quest’anno il trend dei femminicidi è in aumento questo sta ad indicare che la violenza di genere sia una problematica grave e attuale che in quanto tale va combattuta con delle idonee contromisure.

Idonee contromisure che non sono solo legislative, ma soprattutto culturali. Con il codice rosso il nostro ordinamento si è attrezzato con strumenti normativi idonei ed efficaci per il contrasto ai reati di genere.

Il problema che molto spesso la carenza è a livello culturale. Quando ci troviamo davanti ad un reato di genere abbiamo un aggressore che si sente in una condizione di superiorità rispetto alla vittima che gestisce come una proprietà. Bisogna insegnare ai giovani che tutti quanti sono uguali che hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri e che i conflitti vanno risolti a  livello dialogico”.

A dirlo è il tenente Giada Conti, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di piazza Verdi ma soprattutto referente locale per la Racc, la Rete antiviolenza dei carabinieri, nel corso della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

Per l’occasione la sede del Comando provinciale, così come tanti altri edifici istituzionali in Italia, si colorerà di arancione.

“Alle tante donne che sono vittime di violenza dico di rivolgersi alla rete antiviolenza e venire a parlare anche per avere un consiglio. Il grande problema del reato di genere è che la stessa vittima non si rende conto di essere vittima di un sopruso – aggiunge il tenente Giada Conti – Per tanti motivi, perché lei stessa non riesce ad accettarlo, perché l’autore del reato è una persona a lei legato a livello affettivo e quindi non rimane zitta. Non parla con le amiche, con le forze dell’ordine che hanno esperienza.

Quello che mi sento di dire che bisogna parlare, con un parente con un amica con un appartenente alle forze dell’ordine. L’attività di sensibilizzazione che stiamo svolgendo in questi anni hanno fato aumentare le denunce. Non perché sono aumentati in senso assoluto i casi, ma perché è aumentata la sensibilità delle vittime anche se sono tante quelle che tacciono e subiscono in silenzio”.

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