Continua la scia di violenza all’interno degli istituti penali a Palermo. Un detenuto di origine arabe ha aggredito, nella giornata di ieri, 7 maggio, un agente di polizia penitenziaria colpendolo con violenza durante il turno serale. L’episodio, accaduto presso il carcere minorile Malaspina, è stato denunciato dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe).
“Denunciamo con forza questa ennesima aggressione che dimostra, ancora una volta, come le condizioni lavorative all’interno dell’istituto siano diventate insostenibili” sottolinea il segretario generale del Sappe, Donato Capece.
L’episodio
“Durante il turno serale, mentre il personale di Polizia Penitenziaria provvedeva ad effettuare la chiusura dei detenuti nelle celle, verso le 19.30 circa un detenuto minore di nazionalità araba si rifiuta di entrare in quanto pretendeva tabacco e di voler essere trasferito in altro istituto”, spiega il segretario generale del SAPPE Donato Capece. “Dopo circa un’ora di mediazione e persuasione dei poliziotti, si riusciva a convincerlo ad entrare nella sua cella. Poco dopo, però, il detenuto tornava a chiedere al poliziotto di servizio del tabacco e, alla risposta dell’Agente che non ne aveva, il minore, brandendo un bastone di legno, lo colpiva violentemente al volto, sfregiandogli l’occhio, tanto da doversi rendere necessario accompagnare il poliziotto in ospedale per le cure del caso”, ha dichiarato Capece.
Il sindacato ha condannato duramente l’episodio, definendolo l’ennesimo segnale di una crisi ormai fuori controllo.
“Intervento immediato necessario”
Il Sappe chiede un intervento immediato da parte del dipartimento della Giustizia minorile e del ministro della Giustizia, con un rafforzamento del personale e l’introduzione di misure di tutela più efficaci. Il sindacato ribadisce inoltre la sua posizione a favore dell’espulsione dei detenuti stranieri affinché scontino le pene nei paesi d’origine, e propone la riaperture degli ospedali Psichiatrici giudiziari per soggetti affetti da disturbi mentali, sempre più presenti anche nel circuito penale minorile.
“La Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione e nei prossimi giorni valuterà se indire lo stato di agitazione. Quel che servono sono fatti concreti – conclude – delle dichiarazioni di intenti i poliziotti penitenziari, che in carcere lavorano nella prima linea delle sezioni detentive h24, non sanno che farsene”.






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