I carabinieri della compagnia Palermo San Lorenzo hanno arrestato due minorenni con l’accusa di estorsione. I due giovanissimi avrebbero tentato il cosiddetto “cavallo di ritorno”, avrebbero chiesto soldi in cambio dello scooter rubato.

Il 20enne palermitano, vittima del furto del suo motociclo, contattato anonimamente non ha ceduto al ricatto e ha denunciato tutto ai carabinieri. I militari della stazione Falde si sono nascosti nei pressi del luogo dello scambio e non appena il giovane ha consegnato i 500 euro richiesti è scattato l’arresto.

Due donne come intermediarie

Sono state denunciate in stato di libertà anche due giovani donne che avrebbero fatto da intermediarie tra la vittima e i presunti estortori. Gli arresti sono stati convalidati dal gip per il tribunale per i minorenni di Palermo e gli indagati sono stati portati presso l’Istituto penale per i minorenni “Malaspina”. Il motociclo e il denaro sono stati restituiti alla vittima.

Il “cavallo di ritorno”

Quello del “cavallo di ritorno” ovvero del furto di qualcosa che viene poi restituito dietro il pagamento di un compenso o riscatto come dir si voglia è una pratica che si diffonde sempre di più. L’ultimo episodio nell’agrigentino.

Due giovani agrigentini con precedenti penali e di polizia, G.R ed S. V., nati rispettivamente nel 1999 e nel 1989, sono i destinatari di un daspo urbano, il cosiddetto Dapso Willy.

I provvedimenti adottati dal Questore e predisposti dalla divisione polizia anticrimine – ufficio misura di prevenzione personale – sono stati emessi a causa di un furto con estorsione avvenuto lo scorso 10 ottobre agli autori che, peraltro, sono già destinatari della misura di prevenzione dell’avviso orale.

L’episodio dello scorso 10 ottobre

In quella data i due giovani mentre erano in un locale del centro di Agrigento in piazza San Francesco avevano sottratto uno smartphone alla vittima per poi condure quest’ultima in un altro locale, nella vicina via Pirandello, per chiedere una somma di denaro per la restituzione del telefonino. Il classico “cavallo di ritorno”.

La vittima ha pagamento la somma richiesta ma ha ricevuto in campo soltanto lo smartphone privo della scheda sim, per la cui restituzione i malviventi chiedevano una ulteriore somma di denaro.

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