Lo scontro tra Carlo Calenda e Totò Cuffaro continua, e stavolta è stato più acceso del solito. Anzi, un faccia a faccia. Non con l’ex presidente della Regione direttamente, ma con un suo fedelissimo, il segretario della Dc in Sicilia Stefano Cirillo. I due si sono incrociati, come si può vedere nel video, a Palermo, durante la presentazione del libro del leader di Azione “Il Patto”. Quello tra i due è stato un vero e proprio duello verbale, e i momenti di tensione non sono mancati.

Le parole di Calenda

“Il caso di Cuffaro non è il caso di uno che forse ha fatto, è il caso di uno che è stato condannato in via definitiva per favoreggiamento dei mafiosi e in un Paese che non è un Paese del terzo mondo una persona del genere non ha la faccia di presentarsi in pubblico per il resto dei suoi giorni – afferma Calenda – non si rimette a fare politica perché se è così per favore non celebriamo Falcone e Borsellino come grandi eroi. Ce ne stiamo tutti in silenzio e diciamo che va bene tutto”.

“Uno che torna e dice, sì guarda io ho favorito i mafiosi, ma adesso ho 140mila voti… e tieniteli – dice alzandosi in piedi – Duecentomila… me ne fotto – continua Calenda -. In nessun Paese civile, in nessun posto come la Sicilia che ha avuto i morti che ha avuto, uno oserebbe dire ho 140mila voti. Tu non hai niente. Perché i voti sono liberi e non ti devi permettere, per dignità dei siciliani, di dire che controlli 200mila voti…non controlli un beato nulla, perché i voti sono dei cittadini”.

La dura replica di Cirillo

Dopo queste parole dal suo posto in sala si è alzato in piedi il segretario della Dc  Cirillo, che ha duramente replicato: “Lei pensa che 200mila persone si facciano controllare? – dice rivolgendosi a Calenda – Lei offende l’intelligenza dei siciliani. Lei non può dire che si tratta di voti mafiosi. Si deve vergognare di quello che sta dicendo”.

La candidatura alle Europee

“Deciderò se candidarmi alle europee con la direzione del partito, noi abbiamo in campo Giangiacomo Palazzolo e Sonia Alfano che rappresentano una Sicilia che non è quella di Cuffaro, non è quella che possiede i voti, ma è quella che si fonda sul libero voto di opinione dei siciliani e che può contare in Europa”, ha detto Calenda.  “Una lista fatta da persone che in Europa ci sono state, – prosegue Calenda – che hanno esperienza giuridica e sanno seguire i dossier.

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