Lutto nel mondo del volontariato a Palermo. E’ morto Giuseppe Vetrano, operatore call center, ma soprattutto radioamatore della Erap, morto a 52 anni, in seguito alle complicazioni dopo un intervento chirurgico al Civico.
Conosciuto per il suo impegno, la sua disponibilità e la sua cordialità, “Peppone”, così lo chiamavano gli amici, viene ricordato in numerosi post sui social.
A ricordarlo sono innanzitutto i colleghi dell’organizzazione di volontariato Erap, emergenza radioamatori associati Palermo:
“È una giornata triste per tutti noi. È arrivata una notizia che ci ha cambiato la giornata. Il nostro caro, Giuseppe Vetrano, amico e socio, non c’è più. Una persona che illuminava sempre le nostre giornate. Aveva sempre un momento e una parola per ogni socio.
Il suo sorriso ci mancherà tantissimo. Giuseppe era una persona veramente speciale e il suo tempo era sempre dedicato alle attività dell’associazione. Da oggi non manca soltanto un membro del nostro direttivo, ma soprattutto un amico. ‘Peppone’ sarai sempre nei nostri cuori!”. Marco Maggio, insieme a Vetrano, nel comitato direttivo della Erap descrive “Peppone” come “un gigante buono con il quale era impossibile litigare”.
Sulla pagina Facebook della Protezione Civile Odv si legge: “Oggi salutiamo un compagno di mille avventure, un uomo gentile, di cuore, sempre disponibile e un caro amico. La sua presenza ha segnato il nostro cammino nella Protezione civile: insieme abbiamo condiviso impegno, sorrisi, sacrifici e momenti che resteranno per sempre nella memoria di tutti noi. Se ne vanno sempre i migliori, e lui era davvero uno di quelli. Il suo esempio, la sua bontà e la sua dedizione continueranno a vivere nei nostri cuori e nel nostro servizio alla comunità. Buon viaggio, amico nostro. Noi continueremo anche per te”.
A ricordare Vetrano anche Massimo Castiglia, consigliere della prima circoscrizione: “Con noi Giuseppe ha prestato servizio di volontariato durante gli ultimi Ballarò Buskers Festival. Una persona meravigliosa e veramente perbene. Senza pretendere nulla ci ha conquistati tutti”. E proprio l’organizzazione del Ballarò Buskers sui social scrive: “Amava gli abbracci, che elargiva con grande generosità. E non aveva timore di chiederli anche in mezzo al caos, riportando la serenità. Dopo ore di servizio, gli piaceva fermarsi a raccontarci le grandi imprese del suo gruppo, del quale era profondamente fiero. Ci teneva a condividere le storie di ogni volontario e volontaria in servizio ai varchi del nostro festival. Quando riportava le disavventure con i malacarne, restava sempre indulgente: ‘Ma sì, sono ragazzi poveri… chissà che situazione hanno a casa’. Gli piaceva definirsi ‘uno di noi’. E così resterà”.






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