Selvaggia Lucarelli, la Sicilia, i rifiuti e la birra..

  • Dopo le polemiche su Noto, un altro post della giornalista sui social
  • La giornalista aveva detto che la sua vacanza in Sicilia era stato un incubo

Il tormentone dell’estate 2021 è stato sicuramente il j’accuse di Selvaggia Lucarelli contro la Sicilia invasa dai rifiuti. La storia è nota: la giornalista e blogger ha trascorso qualche giorno di vacanza a Noto, la perla del barocco siciliano.  Attraverso i suoi profili social ha descritto quei giorni come la peggior vacanza della sua vita. E non perchè Noto non fosse bella ed affascinante, ma per il semplice e, tutto sommato, incontenstabile fatto, che quella terra sconta errori e disservizi. Non è la prima volta che la Lucarelli lancia polemiche sulla Sicilia e su Siracusa, in particolare.

Invasa dalla spazzatura, con problemi di balneazione, con il suo stile un po’ rude ma certamente efficace, Lucarelli  aveva descritto così la Sicilia da lei conosciuta in vacanza. Aggiungendo che nella casa da lei affittata spesso era senza energia elettrica e senza acqua corrente. Nulla di nuovo, in fondo ha svelato che il Re è nudo. O, per essere più precisi, è sommerso da cumuli di spazzatura e rifiuti, macchia indelebile su una terra che vuol fare del turismo e dell’arte la sua proposta per un futuro migliore.

La polemica ferragostana è stata violentissima. Da un lato, una cospicua teoria di amministratori pubblici siciliani che contestavano alla giornalista di aver strumentalizzato l’episodio, dall’altra cittadini e turisti che hanno confermato lo scempio ambientale denunciato, via social, da Selvaggia Lucarelli.

Chi ha ragione? Quel che la Lucarelli ha osservato è certamente vero, ed è il pane quotidiano di chi vive la realtà della Sicilia, in estate, come in ogni altra stagione dell’anno. Ma una lancia va spezzata anche per tanti amministratori pubblici che devono combattere con montagne di norme e regolamenti e rischiano, in prima persona, quando tentano di mettere mano al tema della monnezza. Che da queste parti significa anche business, e spesso e volentieri è un business nelle mani dei sistemi criminali.

Gridare allo scandalo per le accuse di Selvaggia Lucarelli contro l’incuria che devasta le terre siciliane è, nella migliore delle ipotesi, uno sterile esercizio di campanilismo.

E siccome le nostre vite, ed ancor di più la tessitura della cronaca quotidiana, è scandita dal mondo dei social, non è passato inosservato un post lanciato da Selvaggia Lucarelli nelle ultime ore. Uno scatto fotografico semplice: un ragazzo barbuto sullo sfondo ed al centro dell’immagine un calice di birra ben ghiacciata. Perchè quel calice potrebbe essere letto come un segno di pace verso la Sicilia da parte della Lucarelli? Nell’era del marketing a tutti i costi, quel bicchiere di birra ha una griffe precisa, una griffe che parla della Sicilia, dei suoi talenti e del suo volto imprenditoriale.  Al centro del bicchiere infatti, c’è la faccia occhialuta e baffuta di Bruno Ribadi, il leggendario personaggio di fantasia, divenuto birraio artigianale in quel di Sicilia.

La Lucarelli conosce la storia di Ribadi e di quel birrificio che produce prodotti artigianali di altissima qualità, nel rispetto dell’ambiente e nel segno di una vocazione artigianale? Non possiamo esserne sicuri, ma è bello pensare che dopo giorni di polemiche roventi, la giornalista e blogger abbia voluto segnare un passo di riconciliazione verso la Sicilia e le sue bellezze.

 

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