“Senza la mia amica, non ce l’avrei fatta”. Le parole di una studentessa del Liceo scientifico Basile di Palermo, hanno generato una profonda riflessione tra tutti i partecipanti all’incontro che si è svolto all’auditorium della scuola di Brancaccio. Al centro i temi del bullismo e del cyberbullismo nell’ambito del progetto Enterprice magazine, con i ragazzi del percorso giornalismo promosso dal Garante dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune, in collaborazione con la Stampa parlamentare siciliana.
La studentessa ha raccontato la sua esperienza di sofferenza e di solitudine, partita da un fatto banale. In un giorno come tanti, dopo essere stata assente per un periodo a scuola, ha chiesto informazioni nella chat di classe sui compiti assegnati. Questo ha scatenato una carrellata di insulti da parte dei compagni che sostenevano che i professori si fossero dimenticati di comunicarli agli alunni. A quel punto i docenti li hanno assegnati e ciò ha scatenato la reazione sempre più aggressiva dei ragazzi nei confronti della coetanea. La situazione è rapidamente degenerata: prima messaggi online, poi aggressioni verbali sempre più accese. Parole e gesti che hanno finito per pesare fortemente sulla ragazza. “Sono arrivata quasi al punto di suicidarmi, avevo persino scritto una lettera di addio ai miei genitori”, ha raccontato davanti a tutti, facendo calare il silenzio sull’aula. “Ne sono venuta fuori grazie all’aiuto di una compagna diventata mia amica”, ha spiegato.
Questo episodio, così come tanti altri, ha fatto molto riflettere tutti su quanto queste tematiche siano attuali e concrete e come una sola parola può far precipitare in azioni estreme. Questo perché a volte le parole possono fare male come e più della violenza fisica.
Samuele Arizzi IV Dsa, Roberto Pasqua IV Asa, Marzia Billeci IV Asa – Liceo scientifico Basile
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