“Occupare l’Ars per rispondere all’arroganza e all’indifferenza della politica nazionale e comunitaria verso un popolo sfottuto e maltrattato. Ma solo se i siciliani saranno con noi”. Si riuniranno domani sera a Vittoria i Forconi, ancora una volta guidati da Mariano Ferro, per lanciare la loro proposta non soltanto a produttori agricoli e autotrasporatori ma a tutti i siciliani stanchi delle promesse non mantenute della classe politica.

 “Se risusciremo a riempire 40 autobus, coinvolgendo almeno duemila persone, – spiega Mariano Ferrno –  partiremo per Palermo: destinazione Palazzo dei Normanni”.

I Forconi vogliono continuare l’azione iniziata con ‘Onda d’urto’, il movimento di cui facevano parte che nel 2012 paralizzò non soltanto la Sicilia ma l’Italia intera. Un malcontento nato tra i piccoli imprenditori, soprattutto del settore agricolo e dei trasporti, colpiti da una crisi che come quattro anni fa continua a far sentire i suoi effetti.

I commissari del mercato agricolo di Vittoria, il più grande della Sicilia, hanno rilevato che la campagna 2015-2016 ha portato circa 500 milioni euro di fatturato in meno rispetto a quella precedente. Ma anche gli altri settori produttivi dell’Isola non stanno certo meglio. Ad esempiro, il prezzo del latte in discesa libera sta colpendo duramente nelle utlime settimane il comparto lattiero caseario.

Ferrro si scaglia contro l’intero mondo politico, da Roma a Palermo fino ai primi cittadini siciliani: “Vogliamo capire quanti sono ancora disponibili ad andare dietro ai sindaci che ‘non vogliono soldi’ e giocano con la nostra pelle e quanti pretendono di essere aiutati a non perdere tutto. Non siamo più disponibili ad ascoltare le favole. Ormai siamo più che vaccinati. Le Istituzioni devono saperlo. Ci hanno fregato nel 2012, abbiamo provato in mille modi, ora ognuno si assuma le sue responsabilità, noi ci assumiamo le nostre. Se non avete più nulla da dire per darci risposte o rompete con noi o rompete con l’Europa o vi dimettete. Si tratta di scegliere se espropriare intere comunità o se rimanere agli ordini di Bruxelles. La politica scelga con chi stare”.