E’ stato il tema caldo dell’estate del 2024 quello della gestione decennale del Castello di Donnafugata, a Ragusa, attraverso la formula del Partenariato speciale pubblico-privato, salvo poi raffreddarsi la primavera scorsa quando la la Commissione nominata dal Comune di Ragusa per selezionare le proposte aveva scelto di dare le chiavi del bene a Civita Sicilia srl e Logos società cooperativa. 

La frenata dell’Ufficio del Comune di Ragusa

Ed invece, la storia non è affatto finita, anzi si è aggiunto un nuovo capitolo ed a scriverlo è stato il  Dirigente del XII Settore del Comune di Ragusa che, con un atto amministrativo, ha “congelato”  la negoziazione in quanto avrebbe manifestato delle perplessità sugli investimenti e sugli interventi di manutenzione ordinaria presentati da Civita e Logos.

Il sindaco

La notizia è circolata in città nei giorni scorsi ed è stato il sindaco, Peppe Cassì, colui che ha spinto di più verso la formula della cogestione del complesso Donnafugata e del Museo della città di Palazzo Zacco per via delle difficoltà del Comune sia in termini di risorse umane che economiche.  “La procedura che avrebbe dovuto portare alla stipula di un accordo di Pspp (Partenariato speciale pubblico privato) per la gestione del complesso di Donnafugata e del Museo della città di Palazzo Zacco si è conclusa con una determinazione negativa degli uffici comunali” ha scritto Cassì in un post.

Civita: “Previsto un piano con 24 assunzioni”

Civita contesta le conclusioni a cui è giunto il dirigente comunale e mette sul tavolo alcuni numeri legati agli investimenti inseriti nella proposta.  “Era prevista l’assunzione stabile di almeno 24 unità con regolare CCNL e l’impegno di 5 professionisti senior per un costo iniziale di oltre 700 mila euro per anno; conseguenza di questo
impegno sarebbe stata l’eliminazione del – come dire? – precariato”.

I numeri dell’investimento

Tra gli altri investimenti indicati dalla società ci sono “220 mila euro in allestimenti e migliorie”, 1,4 milioni per
“utenze e servizi di pulizia e decoro”, 1,1 milioni per  “la manutenzione ordinaria del Complesso”, 950 mila euro  “in comunicazione e promozione”. Inoltre, in merito al canone di 30 mila euro l’anno, “accogliendo le richieste della Commissione e del Comune, nel corso nella negoziazione era stato incrementato dell’81% e sarebbe stato definito
ulteriormente se la stessa non si fosse interrotta” spiegano da Civita.

I dubbi sui passaggi amministrativi

Quel che convince poco Civita sono i tempi legati ai passaggi amministrativi, culminati con il congelamento della negoziazione e dunque dell’affidamento che ne sarebbe seguito.

Nell’articolata descrizione dei fatti, la società fa sapere che mentre era in attesa della convocazione del Tavolo negoziale dopo aver trasmesso tutti i documenti il 26 novembre scorso, il 5 dicembre il dirigente firma quell’atto che interrompe la negoziazione. Come sostiene la stessa Civita, la propria documentazione era stata trasmessa all’Ufficio tecnico del Comune di Ragusa per un parere nella giornata del 2 dicembre e 2 giorni dopo il Rup avrebbe proposto al dirigente comunale di fermare tutto: cosa che è avvenuta 24 ore dopo.

Tempi rapidi

“Una tempistica molto stringente, per non dire fulminea, decisamente inusuale se paragonata a quella molto lenta
imposta dagli stessi uffici nei lunghi mesi precedenti” fanno sapere da Civita che aggiunge un altro elemento: “Forse nella fretta di emettere il provvedimento, è stato omesso, sicuramente in buona fede, di allegare proprio i nostri documenti sui quali è stata motivata l’interruzione della negoziazione, vale a dire il piano degli investimenti e il piano di manutenzione ordinaria”.

Lo scontro politico

L’affidamento del Castello di Donnafugata è al centro da oltre un anno e mezzo di uno scontro politico ed istituzionale. In questa partita è entrato anche il  Libero consorzio, che attraverso il suo Commissario, decise, nell’estate del 2024 di scendere in campo e partecipare all’avviso. In mezzo a tutto questo si registrò anche l’intervento del prefetto di Ragusa che il 26 di agosto, preoccupato per la piega di queste polemiche, convocò una riunione a cui presero parte il sindaco, le forze dell’ordine ed il Commissario straordinario del Libero Consorzio.

“Se non graditi ritiriamo l’offerta”

Civita senza puzza di bruciato e rilancia. “Civita, se non risulta gradita, si potrà – si legge nella nota – anche ritrarre dall’offerta avanzata, fermi i diritti acquisiti. La nostra mission è, da quasi quaranta anni, contribuire alla valorizzazione dei beni culturali, non già quella di polemizzare. Ma proprio in considerazione della nostra mission, è evidente che chiunque assumerà la gestione e curerà – si spera – la valorizzazione del Complesso di Donnafugata dovrà garantire almeno i numeri da noi proposti. Su questo, sempre per amore della verità, saremo osservatori vigili e attenti sulla tutela, fruizione e valorizzazione del Complesso”