“Il problema del caro-bollette, come ha ricordato il candidato della coalizione alla Presidenza, Renato Schifani, è una delle priorità dell’azione di governo regionale”. Lo dice l’assessore regionale ritenendo utile un ritorno alla comunità delle risorse che vengono fuori dallo sfruttamento dei giacimenti locali.

La distribuzione delle royalties

“Nella provincia di Ragusa – sottolinea l’assessore della giunta Musumeci – l’industria estrattiva è uno dei pilastri dell’economia provinciale e come tale sarebbe doveroso restituire al territorio una parte delle risorse emergenti dallo sfruttamento petrolifero mediante il miglioramento degli accordi sulla distribuzione delle royalties, anche verso un possibile azzeramento delle bollette energetiche dei comuni interessati a vantaggio d’imprese e cittadini e favorendo nuovi insediamenti produttivi e crescita demografica”. Questo quanto propone la Baglieri.

Un tema da campagna elettorale

Un tema, quello dell’aumento dei prezzi dell’energia, toccato anche da Schifani, candidato presidente della Regione del centrodestra, nei giorni scorsi. “Dobbiamo concentrarci soprattutto su come imprese e famiglie devono affrontare il caro-energia e il preoccupante aumento di tutti i beni primari”, aveva detto Renato Schifani affrontando la questione del caro-bollette in Sicilia. “Servono ulteriori fondi a sostegno d’imprese e famiglie già fortemente provate da pandemia e dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Sono tutte misure che, non appena verrò eletto dai siciliani presidente della Regione, sono pronto ad affrontare e concordare con lo Stato e nel bilancio della Regione troveremo dei fondi per sostenere le aziende dell’Isola in grande sofferenza”.

L’appello degli industriali

Confindustria Sicilia ha anche lanciato un appello per sensibilizzare il mondo politico e delle istituzioni (Regione e Stato) ed intervenire per trovare una soluzione reale per contrastare il rincaro dei costi dell’energia nell’isola. “Gli extracosti energetici stanno mettendo in ginocchio l’economia e il mondo produttivo. Non solo quello dell’industria, ma anche quello legato alle attività artigianali, al turismo. Occorre intervenire subito o sarà il disastro”.

Tampone alla crisi non più rinviabile

Confindustria Sicilia prosegue: “Non è più procrastinabile un tampone alla crisi generata dall’aumento dei costi. Finora le imprese hanno eroicamente eroso i propri margini per far fronte ai rincari senza ripercussioni sul piano sociale ed economico. Ma adesso ci troviamo sull’orlo di un baratro e le previsioni per l’inverno sono terrificanti”.

“Impensabile che campagna elettorale congeli intervento politico”

L’analisi continua si sofferma ancora sulla necessità di agire con aiuti in modo rapido. “È impensabile – si legge – che la campagna elettorale possa congelare l’intervento della politica in aiuto alle imprese e di conseguenza al sistema Paese. I governi regionale e nazionale devono immediatamente intraprendere azioni a sostegno delle attività economiche e produttive”.

“Urgono provvedimenti, alla Sicilia servono 2.5 miliardi”

L’accento va sull’incremento dei prezzi e sull’aumento dell’inflazione che preoccupa Confindustria: “L’aumento incontrollato dei prezzi sta generando una spinta inflattiva drammatica. Siamo di fronte a un problema di emergenza di sistema. Urge prendere provvedimenti. Servono alla Sicilia due miliardi e mezzo, di cui due miliardi da parte dello Stato e 500 milioni dalla Regione per far fronte alla congiuntura. Fondi recuperabili dalla programmazione 21/27 del FSC Fondo di Sviluppo e Coesione e dirottabili in interventi immediati a parziale ristoro del mondo che produce”.