Cinque ‘scafisti’ di nazionalità egiziana sono stati fermati dalla polizia dopo l’ultimo sbarco a Pozzallo di 221 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia da un pattugliatore maltese.

Provengono soprattutto da Eritrea a Sudan e hanno riferito di essere partiti una settimana prima dall’Egitto. Durante le operazioni di salvataggio nel Canale di Sicilia, era stato recuperato anche il cadavere di un migrante di nazionalità sudanese di 25 anni, probabilmente deceduto a causa degli stenti.

Agli investigatori della Mobile di Ragusa, i superstiti, hanno raccontato di avere navigato per giorni senza acqua ne’ cibo.

Ogni ‘scafista’ aveva un compito. E anche se ogni tanto si alternavano per poter riposare: comandante, addetti ai motori e vivandieri, questi i loro ruoli. Il viaggio è iniziato ben 11 giorni prima ma, dopo 6 o 7 il cibo e l’acqua scarseggiavano quindi i più vicini al comandante riuscivano a prendere qualcosa, gli altri soffrivano la fame.  Tra questi anche il giovane sudanese che due giorni prima di essere salvati dal pattugliatore maltese, è morto per cause naturali così come constatato dal medico legale. La morte del giovane è stata per questi motivi contestata come conseguenza di altro delitto anche agli ‘scafisti’ che sapendo di dover affrontare un lungo viaggio non hanno pensato di portare al seguito cibi e bevande per tutti. 

I migranti hanno pagato 3.000 dollari ciascuno permettendo agli organizzatori di incassare oltre 600.000 dollari.

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