Salgono su un barcone diretto in Italia con la speranza di una vita migliore ed un lavoro dignitoso, invece si ritrovano a dover battere i marciapiedi. Una storia sentita mille volte, un orrore che si ripete.
La polizia di Ragusa ha smantellato un’ associazione dedita allo sfruttamento della prostituzione. Un’operazione in sinergia con la Mobile di Torino e Brescia dove vivono gli indagati.
Tre donne e due uomini sono adesso accusati di tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione (anche minorile) e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini che hanno portato a quattro fermi nell’ambito dell’ operazione «Ju-Ju» sono state condotte dagli agenti della Squadra mobile di Ragusa in sinergia con il Servizio Centrale Operativo sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Catania. Ai fermi hanno collaborato anche gli agenti della Mobile di Torino e Brescia dove vivono gli indagati.
In manette a Torino sono finiti Susan Osariemen Friday Igbinosun, detta “Joy”, 27 anni ed Evans Aghayerinmwinre, di 35 anni; a Brescia sono state fermate Uwa Omoregie Patience detta “Madame” di 50 anni e Faith Omorodion, detta “Mama” di 44 anni; il quinto dei destinatari del fermo è tuttora irreperibile.
È stata una ragazza nigeriana a raccontare il suo incubo facendo scattare le indagini: “Mi avevano detto – ha riferito alla Polizia appena giunta a Pozzallo – che arrivata in Italia sarei andata a scuola e poi avrei fatto la baby-sitter per mantenermi; appena ho messo piede sul barcone ho scoperto che mi sarei dovuta prostituire”.
Le ragazze che denunciano ed hanno il coraggio di parlare sono ancora troppo poche. Vengono minacciate, hanno paura del voodoo. Per arrivare in Italia contraggono un debito di 35mila euro con la “maman”, e poi dovranno prostituirsi per ripagarlo.
Intanto continuano gli sbarchi di migranti in tutta l’Isola e le indagini della polizia per smantellare le organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione di tanta povera gente.
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