I giudici della corte dei conti, presieduti da Salvatore Chiazzese. hanno condannato Giovanni Garibaldi, 52 anni di Scicli (Ragusa) accusato di non aver versato all’erario circa 200 mila euro dei proventi del gioco del lotto. Secondo quanto accertato dalla procura contabile il titolare di una ricevitoria del gioco del lotto ha consentito a una cliente di accumulare nel corso di una giornata un significativo debito derivato dalle numerose scommesse senza riscuotere i soldi.
La sentenza
“In base alle norme sussiste un rapporto di servizio di natura funzionale tra l’amministrazione finanziaria e il concessionario di una ricevitoria del lotto, che provvede alla riscossione di entrate e all’esecuzione di pagamenti per conto dello Stato – si legge nella sentenza – Ci sono degli obblighi cui è soggetto il ricevitore del lotto, quelli di rendicontazione all’amministrazione dei monopoli di Stato. Ne consegue che il ricevitore del lotto assume la veste di agente contabile e che l’omesso o il minore versamento all’Erario delle somme corrispondenti alle giocate effettuate, dedotte quelle relative all’aggio e alle vincite pagate configura una condotta in palese violazione delle regole della responsabilità patrimoniale”.
La procedura
La procedura prevede che ogni ricevitore del lotto è tenuto a versare il giovedì di ogni settimana contabile successiva all’estrazione del sabato i proventi della settimana precedente, al netto delle vincite e dell’aggio spettante, sulla base delle risultanze dell’estratto conto della settimana stessa. Da qui la condanna a risarcire i monopoli di Stato con la somma di 200 mila euro.
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