Sbarcato con altri 357 migranti a Pozzallo, lo scorso sabato, un cittadino senegalese di 26 anni, Ousmane Gaye, è stato fermato dagli agenti della Squadra Mobile di Ragusa perché ritenuto lo ‘scafista’ del gommone. Le indagini sono state concluse con la collaborazione della Guardia Costiera, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Dalle testimonianze raccolte, la polizia è riuscita a ricostruire che i migranti hanno viaggiato fino alla Sicilia a bordo di diversi gommoni salpati tutti dalla Libia, ma non insieme: sono partiti in tempi diversi e forse gestiti da organizzazioni diverse. Hanno detto di avere attraversato i paesi del centro Africa per raggiungere il nord ed imbarcarsi per l’Italia con il solito sistema di chiamare i soccorsi non appena superate le acque territoriali libiche.

Intanto, la Squadra Mobile di Ragusa sta contattando la famiglia e l’Ambasciata della Costa d’Avorio per l’eventuale affidamento della salma del migrante di 30 anni morto a bordo di un’altra imbarcazione. La procura Iblea ha disposto l’autopsia. Il medico legale presume che la morte sia intervenuta per asfissia da compressione dovuta al sovraffollamento del gommone. 

I testimoni hanno raccontato che ‘Se lo scafista non avesse fatto salire tutta quella gente, lui si sarebbe salvato. Eravamo troppi – hanno raccontato – per viaggiare su quel gommone’.

Nel 2016 sono 38 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria.

Sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) per permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

 

Articoli correlati