La sfida tra Ragusa e Real Aversa del 14 maggio scorso si sposta dal campo di calcio – dove il risultato di 6-0 in favore dei siciliani è stato omologato ed archiviato già da tempo – ai tribunali.

La partita di calcio valida per i play out del girone I del campionato di serie D che ha decretato con la sconfitta del club campano presieduto dal principe Emanuele Filiberto di Savoia e la retrocessione al campionato di Eccellenza regionale, è diventato un caso mediatico.

Filiberto denunciò attraverso una nota stampa “l’avvelenamento” dei suoi calciatori che avevano alloggiato prima della partita in un noto albergo di Ragusa. Poi chiese anche l’intervento del presidente della Figc Gabriele Gravina per rigiocare la partita come “atto di giustizia”.

L’Hotel all’attacco, annunciata querela contro Filiberto

La direzione dell’Hotel Mediterraneo Palace di Ragusa, struttura in cui la squadra ha alloggiato e consumato i pasti, ha deciso, quindi, di sporgere, a mezzo dei propri legali di fiducia, avvocati Sebastiano Sallemi e Vittorio Melfi, querela nei confronti di Emanuele Filiberto di Savoia per le “gravi affermazioni contenute nel predetto comunicato e di darne evidenza pubblica, a fronte dell’immotivato ed ingiustificato attacco subito”. Così si legge in una nota diffusa dall’hotel.

Nei giorni successivi si è appreso che gran parte delle circostanze narrate nel comunicato fossero del tutto false, nonché del rigetto del ricorso proposto dal Real Aversa ai fini di una nuova disputa della partita.

“Controlli Nas con esito negativo”

La nota dell’albergo ragusano continua: “La decisione è maturata anche a seguito dei controlli eseguiti dai Nas all’interno della struttura, svoltisi nei giorni immediatamente successivi al predetto comunicato stampa e protrattisi sino ad oggi, aventi ad oggetto non solo l’analisi degli alimenti somministrati ai giocatori, ma anche l’analisi delle acque della struttura e le invasive analisi biologiche su tutto lo staff”.

E prosegue: “Tutte le verifiche hanno dato esito negativo, a riprova delle menzogne contenute nel comunicato stampa del di Savoia (noto quale testimonial pubblicitario o ospite in trasmissioni televisive) il cui ruolo nella società sportiva Real Aversa era, peraltro, del tutto sconosciuto alla proprietà dell’hotel. Come è però comprensibile la struttura ha risentito in questi giorni tanto del clamore suscitato dalle falsità narrate dal principe, quanto dei continui accessi degli accertatori in un albergo pieno di visitatori, a maggior ragione ove si consideri che gli accertamenti condotti sono stati numerosi e invasivi”.

“Un danno per la struttura”

“La scriteriata condotta del Savoia è quindi stata causa di un danno per la struttura, che, al di là degli aspetti penalistici, sarà richiesto in sede civile: è bene infatti che il di Savoia sappia che in questo Paese non è concesso a nessuno – a maggior ragione per motivi quali la mancanza di spirito sportivo – causare volontariamente un danno a chicchessia senza pagarne le conseguenze. Si coglie, inoltre, l’occasione per porgere un ringraziamento a quanti in questi giorni hanno preso posizione sulla vicenda, difendendo la struttura, tra i quali per primi il sindaco di Ragusa, avv. Peppe Cassì e la Federalberghi, nonché la società Asd Ragusa Calcio, che per prima ha provveduto a prendere ferma posizione nei confronti del principe ginevrino/aversano”.

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