“Paghiamo il viaggio, ma vogliamo partire tutti insieme”. E’ l’accordo ricostruito dagli investigatori dopo lo sbarco di 375 migranti al Porto di Pozzallo.

Gli ‘scafisti’ tre sono quelli fermati, che raggiungono l’accordo con i libici incassando i soldi dai loro connazionali, quasi tutti finiti nelle mani delle organizzazioni criminali. 

Due nigeriani sono stati identificati alla guida di un gommone composto da 118 cittadini tutti del loro paese. Le indagini sono state svolte dalla Squadra Mobile di Ragusa con la collaborazione dei carabinieri di Modica e della Sezione Operativa navale della Guardia di Finanza.

Dal racconto dei migranti è emerso che un altro scafista, originario del Gambia, ha condotto l’altro gommone, questa volta da solo e con a bordo 123 migranti. Le testimonianze anche in questo caso sono state fondamentali.

La Polizia Scientifica dopo l’identificazione con il rilevamento delle impronte digitali, ha segnalato alla Squadra Mobile di Ragusa che uno dei migranti aveva già tentato l’ingresso in Italia pochi mesi fa e per questo era stato espulso. Il cittadino nigeriano è stato arrestato.

Sono ancora in corso le indagini per individuare gli scafisti degli altri due gommoni, salpati insieme dalla Libia per raggiungere l’Italia.

Anche in questo caso i poliziotti hanno raccolto la testimonianza di tristi storie di violenza e soprusi subiti in Libia e durante le fasi di imbarco dalle coste africane.