Erano circa trecento le persone che stamani hanno sfilato per le strade di Vittoria (RG) contro i maltrattamenti in danno degli animali. Nonostante il maltempo che ha fortemente penalizzato al Sicilia centro meridionale i manifestanti, aderenti a più sigle animaliste, hanno manifestato esponendo cartelloni e striscioni, chiedendo pene severe e certe per i responsabili di sevizie e abusi nei confronti degli animali.

La manifestazione, annunciata già diversi giorni addietro, prendeva spunto dalla tragica vicenda della cagnetta orrendamente seviziata con una sorta di ferro da lana. La cagnolina è morta a seguito dei maltrattamenti inferti. Le indagini si sono concluse con la denuncia di un uomo che dovrà ora rispondere del reato di uccisione di animali, puntito dall’art. 544-bis del Codice Penale. In molti hanno chiesto pene detentive adeguate alla gravità di quanto successo, ma il presunto colpevole, secondo la nostra legge, non può che essere a piede libero. Così sarebbe stato anche in caso di flagranza  di reato (non è il caso di Vittoria). Similmente anche  a condanna definitivia non è possibile stabilire (al di là delle previsioni di reclusione stabilite  dal reato di morte di animale e comprese tra quattro mesi e due anni) una minima limitazione della libertà personale. Le pene reclusive stabilite dalla legge 189/04, infatti, sono ben al di sotto della soglia minima prevista per tali restrizioni. I casi più gravi finora conclusi con la condanna in Italia, riportano una multa prossima ai 10.000 euro. La multa è la sanzione pecuniaria dei reati delitti.

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