Io voglio solamente pace per quel bambino, dignità che sta attraversando un dolore immenso. Solo questo”. Andrea Stival, suocero di Veronica Panarello, rilascia solo poche parole ai giornalisti nel giorno in cui la nuora lo ha accusato di avere ucciso il nipote, il piccolo Loris.

Al palazzo di giustizia di Ragusa, oggi la donna ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee rese al Gup Andrea Reale, ma anticipate in una lettera diffusa stamani dalla trasmissione di Canale 5, Mattino Cinque.

In un’ora di deposizione la donna ha ribadito la sua ultima ricostruzione del delitto: il suocero era in casa con lei, lei su ordine dell’uomo gli avrebbe legato le mani con delle fascette. Poi lei sarebbe uscita dalla stanza per rispondere a una telefonata. Al ritorno avrebbe trovato il figlio morto, strangolato – secondo la donna -dal suocero con un cavo usb grigio. Poi il corpo avvolto in un plaid è stato sceso in auto e portato nel canalone di contrada Mulino Vecchio.

Secondo l’avvocato Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, padre del piccolo, la donna “non ha fornito elementi individualizzanti rispetto alla responsabilità del suocero. Ha aggiunto ‘se non posso dimostrare che non ero sola cio’ non significa che non lo fossi'”.

Diversa la visione dell’avvocato Franco Villardita, legale di Veronica Panarello, il quale uscendo dal palazzo di giustizia ai giornalisti ha descritto quanto esposto dalla donna al gup: “La mia assistita  ha raccontato il modo in cui il suocero sarebbe salito in macchina, dove si è posizionato, dove è stato preso e come si è verificato l’omicidio, indicato nuovamente senza remore il responsabile materiale del delitto“.

Villardita ha precisato che mamma Veronica ha detto che vuole essere punita, “ma per quello che ho commesso. Se ci sono responsabilità mie paghero’, ma con me deve pagare l’autore materiale del delitto”.

L’udienza del processo è stata aggiornata al prossimo 3 ottobre con l’intervento in aula dell’accusa.