Angelo Borrelli, capo della Protezione civile ai microfoni di Circo Massimo ha affermato: “la fase due potrebbe iniziare il 16 Maggio. Bisogna subito correggere il tiro”. A Palazzo Chigi sono rimasti stupiti ascoltando l’esperto: “non credo che passerà questa situazione per il 1 maggio, dovremo stare in casa per molte settimane”. Una comunicazione forte che contrasta la politica del passo dopo passo adottata dal governo per non gettare nello sconforto e nelle preoccupazioni i cittadini.

 

Poco dopo Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, cerca di smorzare il tiro: “Le date per la proroga piuttosto che l’allentamento delle misure di distanziamento sociale spettano solo e unicamente al decisore politico. Quindi saranno loro a dare queste indicazioni, sicuramente anche dopo un confronto con noi, all’intero paese. Più di una volta abbiamo sottolineato la responsabilità che abbiamo a vari livelli anche in termini di comunicazione scientifica, che deve sempre guidarci. Stimo tantissimo il dottor Borrelli, è un collega con cui si ha il piacere e il privilegio di lavorare e certamente dovremo fare insieme una riflessione per essergli vicino anche a livello comunicativo”.

 

In alcune parti della maggioranza c’è forte insofferenza per i difetti comunicativi del commissario, che dice le cose come stanno senza pensare alle probabili ripercussioni. Questa sulla data di riapertura potrebbe causare danni consistenti. “Dobbiamo vedere la curva epidemiologica che risultati ci daranno le sperimentazioni sierologiche e quelle tecnologiche che stiamo mettendo in campo, dire date a caso alimenta solo la confusione” – così rivela un’altra fonte scientifica. Dal 13 aprile l’esecutivo ha un mente aperture mirate per i settori produttivi.

 

Resta il fatto che la data indicata da Borrelli non è affatto un numero tirato fuori dal nulla.