Il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Gianni Rezza ha affermato: “La ripresa del campionato? Da romanista manderei tutto a monte, ma se dovessi dare un parere tecnico non lo darei favorevole e credo che il Comitato tecnico scientifico sia d’accordo. Poi sarà la politica a decidere. Siamo ancora in fase uno, non c’è dubbio. Segnali positivi ci sono ma il numero dei morti è ancora elevato perché è da attribuire a contagi precedenti. I numeri diminuiscono lentamente perché si riferiscono ai contagi”.

 

“Il tempo che passa tra il momento del contagio e il momento della notifica dei dati, cioè oggi, può essere anche di 20 giorni, per cui se si legge che ‘oggi ci sono 300 nuovi contagi’, sono in realtà nuovi casi, quindi che hanno acquisito le infezioni 20 giorni fa”, ha aggiunto Rezza. E ha concluso: “Quello che si vede oggi è qualcosa che in termini di contagi è attribuibile a giorni fa, questo è importante per capire bene il senso dei dati”.

 

Nel frattempo nel mondo del calcio si pensa già ad organizzare la “fase 2“. Sospensione della Var, 5 sostituzioni e le prossime due stagioni con inizio a gennaio. Gravina sostiene: “La priorità è la sicurezza, ma l’auspicio è di concludere la stagione, partendo con i test di controllo entro fine di questo mese”.

Si schiera dalla parte delle considerazioni di Rezza anche Urbano Cairo, presidente del Torino: “Ha ragione il professor Rezza, riprendere a giocare il campionato a fine maggio è impossibile. Oggi ha parlato un uomo di scienza, e ha detto una cosa che io sostengo da tempo semplicemente perchè ho una certa dimestichezza con i numeri. Con la situazione attuale, non esiste pensare a giocare tra un mese e mezzo. Purtroppo. E sottolineo il purtroppo, visto che oltre al Torino ho la Gazzetta dello Sport e dunque avrei interesse a che si riprendesse, per motivi evidenti. Ricordo quando si diceva che Ceferin non voleva rinviare l’Europeo, il Cio le Olimpiadi. Poi come birilli, gli eventi sportivi sono caduti a uno a uno. Questa pandemia è più forte di qualsiasi volontà singola”.