Il 29 febbraio a Reykjavik atterrò un Boeing della Iceland Air partito da Monaco. I turisti sul mezzo erano per lo più islandesi che avevano terminato la settimana bianca a Ischgl in Tirolo, un piccolo borgo di circa 1500 della regione austriaca.
Molti dei turisti al ritorno in Islanda sono risultati positivi ed immediatamente il governo dichiarò il Tirolo zona a rischio, dopo pochi giorni il numero di persone contagiate che erano state ad Ischgl aumento a dismisura trasportando il virus in tutta Europa. 491 su 1198 infetti in Norvegia erano stati a sciare in Tirolo (ad Ischgl la maggioranza). Il direttore sanitario del Land, Franz Katzgraber: “non è verosimile che il Tirolo sia stato focolaio di infezione”, la stagione sciistica doveva continuare nonostante l’allarme dei virologi che continuavano a mettere in guardia le autorità del posto.
Solo il 7 marzo con prove evidenti il governo fu costretto ad ammettere la possibilità. Un ragazzo tedesco che lavorava come barman in una celebre baita del posto fu contagiato ed anche la Germania una settimana dopo dichiarò la zona come a rischio. Nonostante le continue segnalazioni da parte degli altri paesi il villaggio è rimasto aperto con piste, ski-lift ed alberghi operativi.
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