In un atteggiamento di sfida contro il governo sulla questione esami di maturità, dieci giorni fa sul Corriere, lo scrittore Paolo Giordano, aveva scritto: “Diamo ai maturandi una prova orale in carne e ossa. Dentro la loro scuola, con i loro insegnanti radunati ad ascoltarli. Prendiamoci questo impegno subito e mettiamolo fra le priorità, accanto agli aiuti economici alle famiglie, ai test sierologici e al calendario delle riaperture aziendali”.

 

Una sfida non impossibile secondo Giordano e la ministra dell’Istruzione, Azzolina, che ha messo i tecnici del ministero a lavorare su un protocollo sanitario da sottoporre all’ISS. Anche il premier Conte pare essere d’accordo, secondo una veloce risposta data ieri sul tema. C’è ancora qualche dubbio riguardo la possibilità di spostarsi nei giorni dell’esame. Ma molto dipenderà da come andranno gli esperimenti della Fase 2 e se ci saranno dei riscontri positivi, l’esame potrà svolgersi in aula.

 

C’è poi la questione dei professori che sono tornati nelle famiglie di origine, fuori dalla regione in cui insegnano. Al momento stanno svolgendo la didattica a distanza ma dovranno riprendere auto o treno per tornare a scuola ed assistere agli esami. Dal punto di vista burocratico, nessun problema dal momento che essere commissario d’esame è una buona ragione per spostarsi da una regione all’altra. Si capirà nelle prossime settimane la modalità più sicura e completa per la maturità 2020.