Oltre mille contagiati in più da coronavirus in Italia, che portano il totale oltre i 5 mila, con 233 decessi, diminuiti negli ultimi giorni. I guariti invece risultano essere 589. Ma esplode il caso della Lombardia, arrivata ormai al limite delle proprie capacità di assistenza, con oltre 2.700 malati, 359 dei quali in terapia intensiva. Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, annuncia che per evitare un sovraffollamento nei reparti, i pazienti con altre patologie saranno trasferiti in Piemonte e Liguria, lasciando liberi i reparti di terapia intensiva.

 

L’allarme arriva infatti dagli intensivisti che arrivano ad ipotizzare “una catastrofe sanitaria in assenza di tempestive e adeguate disposizioni”. Anche il governatore lombardo Attilio Fontana richiede “misure stringenti e rigorose” in tempi rapidi. Mentre l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, sottolinea, che “le misure nella zona rossa danno risultati”.

 

La regione più ricca d’Italia è sferzata dall’infezione e il coordinamento delle terapie intensive della Lombardia in un documento a Fontana denuncia che “una corretta gestione del fenomeno è ormai impossibile” e chiede disposizioni adeguate. “Le misure della zona rossa del Lodigiano danno alcuni risultati”, conferma Gallera, ma i dati dicono che “il contagio in regione è cresciuto in modo esponenziale: il 28 febbraio le persone in terapia intensiva per Coronavirus erano 50, oggi sono 359”. Numeri che spingono verso l’attivazione della Centrale remota per le operazioni di soccorso sanitario (Cross) della Protezione civile per trovare posti di terapia intensiva fuori della Lombardia così da distribuire il lavoro nei reparti. A essere trasferiti sarebbero per la maggior parte pazienti in terapia intensiva a causa di patologie diverse dal coronavirus. Secondo la Società italiana di anestesia “può rendersi necessario porre un limite di età all’ingresso in terapia intensiva […] riservando risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata”.