PALERMO (Italpress) – Si intitola “1768 giorni” il documentario su Salvatore (Totò) Cuffaro proiettato questo pomeriggio in anteprima al cinema Politeama di Palermo. Diretto da Marco Gallo e prodotto dalla South Movie Comunicazione, si tratta di una pellicola on the road, che racconta il passato e il presente dell’Ex Presidente della Regione, tra potere, carcere, riabilitazione, i giorni in Africa, la lotta contro il Covid, e il ritorno alla politica. “Non è stato semplice, ma raccontare la storia di Totò Cuffaro è stato per me un privilegio. Cuffaro ha fatto goal nella vita e la difficoltà più grande per me è stato entrare nella sua vita; è stato uno degli uomini più importanti nella storia della Sicilia”, spiega il regista Gallo. Il suo dcumentario è frutto di sette anni di lavoro, un lavoro che ha abbracciato la vita dell’attuale leader della Democrazia Cristiana, ma anche quella di un uomo, per anni condannato dall’opinione pubblica, perché quello che non fa la detenzione, lo fa il post detenzione, ossia il pregiudizio.
“La paura più forte è stata quella di non farcela. Il carcere ti spezza il respiro, ti ruba la vita, ma non è riuscito a togliermi l’amore per il mio paese. Da re si passa a vivere da mendicante. Ci sono carceri dove in un’unica cella stavano anche 7-8 persone. La pena deve essere rieducativa, non vessatoria. Un padre al quale viene negato di parlare con il figlio non è rieducativo. Nei miei anni di detenzione ho assistito a cinque suicidi. Un paese che permette questo non si può definire civile. In cella ho conosciuto anche la solidarietà, ricevuto migliaia di lettere, mi ha arricchito tanto. Ho rispetto per le istituzioni, per la sentenza. Ho espiato la mia pena, percorso 10 chilometri di campo al giorno per 1768 giorni. Tutti quei chilometri mi facevano sentire più vicino alla mia Sicilia. Uscire è stata una luce fortissima”, racconta lo stesso Cuffaro, accusato di aver favorito Cosa Nostra, recluso a Rebibbia dal gennaio 2011 fino al dicembre 2015. Una volta tornato in libertà decide di rimettersi in gioco, guardare nuovi orizzonti, zaino in spalla e via per il Burundi, una delle nazioni più povere del pianeta, e dove con Stefano Cirillo fonda nel 2016 una Onlus.
“La parte in Burundi è stata la più difficile, sei in una terra completamente diversa dalla nostra.
Avevamo difficoltà soprattutto tecniche logistiche, vuoi per la scarsa elettricità, le condizioni igienico sanitarie, la guerra civile. Per giorni non avevamo contatti con i nostri familiari perché non avevamo linea. Ma è un’esperienza che rifarei, è stata una lezione di vita”, sottolinea Marco Gallo. Alle sue parole fanno eco quelle Cuffaro: “Tornare alla normalità non è stato semplicissimo. Nella vita c’è un tempo per ogni cosa, e il mio tempo da candidato per la politica è finito per sempre. Nel Burundi ero convinto di portare la speranza. Non avevo capito nulla. Sono loro che danno forza e speranza a me, sono straordinari. E ogni volta torno sempre più carico. Questa vita va vissuta, perché la ricompensa che la vita ti da è vivere. Dietro l’angolo adesso c’è la voglia di godermi la famiglia, il mio nipotino, gli amici di sempre”. E a proposito di amici, in una sala gremita di spettatori ad applaudire anche il Presidente Renato Schifani: “Con Totò mi lega un rapporto di grande amicizia, che va al di là della politica. Cuffaro non aveva bisogno di essere rieducato. I rapporti umani sono sacramentali e il rapporto che mi lega a lui è un rapporto con la R maiuscola”.
La proiezione, che per la prima ha registrato il sold out, è stata un’occasione di dialogo, e al contempo di beneficenza. Il ricavato del film sarà interamente devoluto all’Associazione Aiutiamoilburundi Onlus, a sostegno dei piccoli orfani del Burundi. Fuori dalla multisala non sono mancati poster satirici affissi in piazza Castelnuovo e in altre vie della città, dedicati proprio all’ex governatore (e ispirati a 1984 di G. Orwell).
– foto xm3-
(ITALPRESS).
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