PALERMO (ITALPRESS) – “Ai candidati regionali e nazionali chiediamo un’assunzione di responsabilità e di impegni per il sistema delle autonomie locali e un confronto basato sulla parità di condizioni istituzionali al di là delle appartenenze politiche”. Così il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, illustrando in conferenza stampa all’Ars le proposte dei sindaci siciliani alle forze politiche in vista delle elezioni nazionali e regionali del 25 settembre. Presentato un documento redatto dall’Anci Sicilia venerdì 9 settembre nel corso di un’assemblea dei primi cittadini dell’isola. Un documento contenente le proposte da sottoporre alle forze politiche e per chiedere che le tematiche collegate alle autonomie locali siano al centro del confronto elettorale e oggetto di impegno in vista dei prossimi 5 anni.
“Gli ultimi dati ufficiali – sottolinea Orlando – sono sconfortanti: circa 300 comuni dell’Isola non hanno approvato i bilanci di previsione 2022. Si tratta di un’emergenza che conferma la disattenzione della Regione e del Governo nazionale rispetto alle problematiche delle amministrazioni. Se da un lato il Fondo della autonomie locali è stato ridotto di quasi un quarto rispetto ad alcuni anni fa, bisogna sottolineare che se permane questa condizione di sofferenza dei comuni il Pnrr rimarrà fuori dalla Sicilia. A questo – aggiunge il presidente di Anci Sicilia – bisogna aggiungere che gli organi nazionali continuano a sottovalutare le criticità determinate in Sicilia da una discriminatoria attuazione del federalismo fiscale e dai soffocanti accantonamenti legati al Fondo crediti di dubbia esigibilità. Inutile dire che tutto questo provocherà un aggravarsi della crisi economica ed un impoverimento progressivo delle comunità”.
Per la precisione “in Sicilia ci sono 52 comuni in dissesto finanziario, 50 in piano di riequilibrio finanziario, 320 che non hanno approvato il Bilancio di previsione e 323 che non hanno approvato il Rendiconto di gestione”, spiega Orlando, ricordando che “nel corso del 2021 l’Anci Sicilia ha portato avanti delle iniziative di proposta e di protesta per richedere modifiche normative capaci di incidere sulla capacità finanziaria e organizzativa degli Enti locali”.
Il documento redatto dai sindaci siciliani contiene nove proposte “a tutela della dignità istituzionale delle Autonomie locali dell’isola e dei cittadini”.
Il primo punto prevede di istituire il Cal – Consiglio delle Autonomie Locali nella Regione siciliana; il secondo di raddoppiare le risorse regionali in favore dei comuni e definire una intesa tra Stato, Regione siciliana e Autonomie locali per superare le criticità finanziarie di carattere strutturale; il terzo di svincolare il 50% del Fondo crediti di dubbia esigibilità e ridurre i fondi di garanzia; il quarto di sospendere la sanzione per la mancata compilazione dei questionari Sose e la comunicazione dei dati contabili; il quinto di consentire l’assuzione di personale qualificato; il sesto di approvare norme a tutela della dignità istituzionale degli amministratori locali; il settimo di riformare l’attuale governance in materia di rifiuti, acque, energia e protezione civile; l’ottavo di favorire il governo del territorio; il nono di promuovere processi virtuosi di sviluppo economico e sociale dei territori.
I sindaci siciliani pongono l’attenzione in particolare sui fondi del Pnrr: “E’ necessario intervenire – si legge nel documento – sulla normativa nazionale in materia di personale per consentire l’assunzione di figure professionalmente qualificate e garantire il turnover a seguito dei tanti pensionamenti. Tale intervento rappresenterebbe anche un elemento fondamentale per superare le difficoltà che gli Enti locali incontrano nell’utilizzo delle risorse del Pnrr”.
Nel corso della conferenza stampa si sono alternati diversi sindaci, manifestando la preoccupazione di non potere più prestare i servizi necessari alla cittadinanza. “Noi non vogliamo più fare gli utili idioti”, sottolinea il vicepresidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta.
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