PALERMO (ITALPRESS) – In Sicilia e in generale al Sud i Comuni rischiano di non sfruttare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per le difficoltà organizzative legate alla carenza di personale. Una situazione aggravata da un’applicazione del federalismo fiscale che ha favorito il Centro-Nord. A lanciare l’allarme è Mario Alvano, segretario generale di Anci Sicilia.
“Ci sono difficoltà nelle diverse fasi dell’utilizzo di questi fondi, a cominciare dalla progettazione per passare poi alla realizzazione delle opere, al monitoraggio e alla rendicontazione – spiega Alvano in un’intervista all’Italpress -. E’ tutto il ciclo a rischio, perchè i tempi sono stretti e perchè partiamo da una condizione in Sicilia e più in generale nel Mezzogiorno di estrema criticità. Le difficoltà finanziarie condizionano fortemente le possibilità di assumere personale, ci troviamo con uffici sguarniti, non solo quelli tecnici e finanziari. Questo è un dato di partenza che ovviamente compromette la possibilità di realizzare iniziative ulteriori”.
“Quando parliamo di Pnrr parliamo di investimenti ed è evidente che se i Comuni già fanno fatica a gestire le funzioni ed erogare i servizi avranno ancora più difficoltà a gestire gli investimenti, perchè vanno programmati, gestiti, vanno seguite tutte le fasi, e con quale personale?”, sottolinea Alvano.
“Il Governo ha messo in campo diverse iniziative, anche con la possibilità di assumere a tempo determinato del personale – prosegue il segretario generale dell’Anci -. Ha realizzato il portale Capacity Italia che per supportare i Comuni si avvale di professionisti qualitificati che vengono dal mondo di Cassa Depositi e Prestiti e Invitalia”, ma “tutte queste iniziative sono un pò un modo di sperimentare di volta in volta, è evidente che non possono risolvere i nodi strutturali che vengono molto prima del Pnrr”. Alvano mette l’accento soprattutto su una situazione che “nel nostro Paese è diversificata. Il Centro-Nord parte da una situazione amministrativa di qualità e le opportunità possono essere sfruttate appieno, al Sud è diverso”. Quindi paradossalmente con il Pnrr il rischio di ampliare il divario Nord-Sud “è concretissimo”. Un divario che “è già una realtà che osserviamo da oltre dieci anni a causa di un sistema di applicazione del federalismo fiscale non del tutto soddisfacente, per essere molto diplomatici. In realtà è gravemente lacunoso e ingiusto rispetto agli squilibri territoriali”, spiega Alvano.
“Abbiamo detto in maniera semplicistica ai territori di gestirsi con le risorse che producono, sapendo benissimo che le zone del Paese sono molto diversificate dal punto di vista della capacità fiscale. A questo si aggiunge anche una struttura amministrativa che da noi è carente. La somma delle due cose determina ovviamente nel tempo un allargarsi della forbice – afferma il segretario generale di Anci Sicilia -. Abbiamo di fatto avuto una difficoltà finanziaria prolungata, con una serie di esplosioni di crisi finanziarie nei Comuni e questo a sua volta ha inciso per opinabili scelte legislative sulla possibilità di assumere personale. I Comuni possono assumere solo se sono sani finanziariamente. Così è accaduto che al Centro-Nord sono state fatte assunzioni e questo meccanismo è stato premiale, per il Sud si è determinato un effetto estremamente negativo, che oggi incide anche sul Pnrr”. Un Piano “che è stato concepito come spesso avviene in Italia con una logica che guarda più all’organizzazione dei Comuni del Centro-Nord – spiega ancora Alvano -, immaginando che negli enti locali si fosse fatta già un’opera di pianificazione degli investimenti. Mancano invece le figure per utilizzare le risorse del Piano in una logica coerente, è un problema che riguarda in generale l’utilizzo dei fondi, servono scelte legislative che incidano su questo o comprometteremo le possibilità di sviluppo dei territori”.

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