PALERMO (ITALPRESS) – “Il governo Musumeci consegna ai siciliani una Sicilia meno indebitata, con più liquidità e con più credibilità finanziaria”. Lo ha detto all’Italpress Gaetano Armao, vicepresidente e assessore all’Economia della Regione Siciliana, commentando i dati sulla gestione dell’assessorato.
Tra il 2017 e il 2022, il debito regionale della Sicilia è passato da 8 a 6,6 miliardi di euro. “Un miliardo e 400 milioni di minor debito”, ha sottolineato Armao, che si è soffermato sui risultati ottenuti dall’assessorato negli ultimi anni. “La spesa europea è al pieno impiego sia col Fondo centrale di garanzia che con l’Agenda digitale”, ha affermato. “Stiamo utilizzando – ha aggiunto – pienamente le risorse. Quando siamo arrivati, la Regione aveva una situazione finanziaria molto precaria. Oggi – ha continuato – abbiamo fatto una variazione di bilancio da quasi un miliardo di euro. Abbiamo rinegoziato accordi di finanza pubblica portando in Sicilia circa 3 miliardi di euro”. Si è trattato di “un lavoro – ha spiegato – che ha puntato a ridurre i costi finanziari, a razionalizzare e fluidificare la spesa e a intervenire sulla digitalizzazione, che è un elemento essenziale per la competitività della Sicilia”.
Poi Armao ha fatto il punto su alcuni interventi e risultati ottenuti in questi anni, come “gli interventi sugli immobili, che si aggiungono a quelli già ordinari dei comuni che ammontano a circa 850 milioni di euro annui. Abbiamo 90 milioni per i piccoli e medi comuni – ha continuato – per interventi infrastrutturali di cui è già pronta la graduatoria e 50 milioni di euro di interventi infrastrutturali per i beni della Regione”. Poi ci sono “le Zone economiche speciali con vantaggi fiscali ulteriori” e “la razionalizzazione della riscossione regionale che ha consentito di ottenere 300 milioni e razionalizzare una partecipata importante”. “Sono tutti interventi – ha evidenziato – che hanno visto l’assessorato del governo Musumeci puntare sul sostegno all’economia”. C’è anche “la riconversione di circa 1,2 miliardi di euro di risorse extraregionali orientate al sostegno alle imprese” e “da ultimo – ha aggiunto – abbiamo varato 20 milioni di euro per i confidi e 3 milioni per le edicole e i distributori di giornali”.
Tra i risultati anche il risparmio sugli acquisti di farmaci con CUC per oltre 170 milioni e il riconoscimento della condizione di insularità che porta alla regione 100 milioni di euro annui e con cui si ritiene sia stata “vinta una battaglia”. “Non solo con la riforma in Costituzione: è una condizione di insularità – ha precisato Armao -, che diventa oggettivamente un elemento di recupero per la Sicilia. Per ora sono 100 milioni ma chiaramente vanno incrementati ulteriormente. E dopo un negoziato serratissimo con gli uffici del Mef – ha proseguito -, abbiamo ottenuto anche il riconoscimento dei 600 milioni di euro di retrocessione delle accise per compensare il Fondo sanitario regionale. È una battaglia che si fa dal 2006, aspetta solo l’intesa tra ministro e presidente della Regione ma la spettanza è già riconosciuta”.
Secondo i dati della Cgia, la Sicilia è la quarta regione per crescita economica nel 2022 (+3%) e terza per investimenti. Inoltre, in tema di digitalizzazione, in base ai dati Infratel, è la prima regione italiana per comuni digitalizzati. Per Armao si tratta di “un fatto significativo”. Ma non c’è solo questo, perché “siamo anche primi per esportazioni”, ha evidenziato il vicepresidente siciliano, anche se si registra “un’influenza assai rilevante dei derivati petroliferi”. “È un dato importante che subisce un’alterazione dalla crescita di questi prodotti però – ha spiegato – dentro questa crescita abnorme del valore delle esportazioni dei derivati petroliferi c’è anche una fortissima crescita di esportazioni di produzione siciliana, come agroalimentare, industriale e computer”.
Photo credit: agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).
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