PALERMO (ITALPRESS) – Nell’ultimo anno e mezzo la crisi dovuta alla pandemia di Covid-19, tra le tante conseguenze nefaste a livello planetario, ha acuito le difficoltà di chi viveva già in uno stato di povertà e ha prodotto una nuova classe di poveri e bisognosi, soprattutto in una regione che già doveva fare i conti con numeri drammatici come la Sicilia. La classe dirigente dell’isola non guarda dall’altra parte e ha raccolto il grido d’allarme di circa 160 realtà vicine ai bisogni dei meno abbienti, dando vita all’iter parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana che ha portato a varare, con l’accordo unanime di tutti i gruppi parlamentari, il disegno di legge contro la povertà e l’esclusione sociale che nei prossimi giorni diventerà legge a tutti gli effetti con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. E presso la sala stampa della Comunità di Sant’Egidio in via Maqueda a Palermo, nella sede di chi per prima ha lanciato un appello trovando la risposta puntuale di chi quotidianamente si occupa di carità e assistenzialismo, è stato presentato il disegno di legge e sono stati sviscerati i suoi tre punti programmatici nella lotta alla povertà e nel tentativo concreto di non lasciare soli i più bisognosi.
Le realtà associative hanno così trovato una sponda nella Regione e il parlamento siciliano si è attivato per discutere nei tempi più brevi possibili questo passo deciso che non porterà all’abolizione della povertà dall’oggi al domani, ma che vuole essere il primo punto fermo per una visione maggiormente responsabile in quella che è una battaglia che Sant’Egidio e le altre realtà del settore portano avanti a fatica da decenni.
“Il ddl povertà varato dall’Ars è una risposta alla domanda di aiuto di chi è in difficoltà – ha spiegato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, presente alla conferenza stampa – Adesso cerchiamo di non trovare peli nell’uovo tanto per bloccarlo, se ci sono problemi reali si trovano le soluzioni. Siamo di fronte alla situazione più difficile vissuta a livello economico dal dopoguerra a oggi – ha ricordato il leader di Forza Italia in Sicilia – è un segnale di attenzione nei confronti di un problema che non va sottovalutato e che rischia di aumentare nei suoi numeri. Sant’Egidio, Caritas, Biagio Conte e così via ci dicono che c’è la creazione di una nuova classe di povertà, di chi prima donava la busta di latte e ora va a chiederla. La situazione attuale in tempo di pandemia non mi consente di essere ottimista”.
Tre le linee di intervento che hanno ispirato il disegno di legge. La prima è quella legata a un’emergenza di tipo alimentare, al moltiplicarsi di persone che non riescono a mangiare e che provano vergogna nel rivolgersi agli enti di carità. La seconda riguarda un’emergenza di tipo abitativo, rivolta sia a chi è già senza tetto ma anche a chi rischia presto di diventarlo. A questo proposito, ci sarà la possibilità di recuperare spazi anche coinvolgendo il mondo delle Ipab (Istituti pubblici di assistenza e beneficenza), che potranno per mezzo di questa legge ricevere in gestione delle strutture da utilizzare come magazzini per i poveri. Infine, ma non ultima per importanza, l’emergenza legata alla socialità, frantumatasi durante la pandemia e alla ricerca di nuovi luoghi di aggregazione.
“La ricetta per il futuro della politica è abbandonare l’idea del “non si può fare”, dicendo invece che tutto si può fare accettando che la società civile si interessi dell’altro e degli altri costruendo un dialogo propositivo – ha spiegato Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio – Con questo disegno di legge si è segnata la prima storica pagina positiva legata al mondo dei poveri che questa classe dirigente siciliana c’ha donato dopo tante pagine tristi. Si è aperta – ha concluso – una stagione nuova”.
(ITALPRESS).
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