PALERMO (ITALPRESS) – “E’ una manovra che punta sull’occupazione, sullo sviluppo, sulla crescita e sull’impresa”. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, presentando a Palazzo d’Orleans la Legge di Stabilità 2024-26. Presente all’incontro con i giornalisti anche l’assessore all’Economia Marco Falcone.
Il governatore ha parlato di “misure senza precedenti” per la trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo inderterminato. La Legge di Stabilità infatti prevede contributi alle imprese fino a 30 mila euro per ciascun lavoratore assunto (10 mila euro all’anno). In totale, sono stati stanziati 300 milioni di euro nel triennio 2024-2026. La norma, sottolinea Schifani, intende promuovere la stabilità dell’occupazione, favorendo le nuove assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato nel 2024. Come ulteriore incentivo, per favorire il rientro in Sicilia di cittadini che lavorano in imprese aventi sede e operanti esclusivamente all’estero, si prevede un contributo aggiuntivo di euro 15 mila euro nel triennio (5 mila euro annui) per ciascun lavoratore assunto.
“Ci attendiamo dall’opposizione un contributo costruttivo e su questo saremo pronti all’ascolto. Questa vuole essere una manovra che guarda alla crescita e allo sviluppo”, sottolinea Schifani, aggiungendo che si tratta della “prima vera finanziaria del mio Governo in quanto lo scorso anno il tardivo insediamento dell’Ars non ci ha permesso di realizzare a pieno le dinamiche previste dal mio Governo. L’assessore ha dovuto coniugare i tempi ristretti con le disponibilità finanziarie”.
“Siamo fiduciosi rispetto al giudizio di parifica della Corte dei conti che ci attende da qui a qualche giorno – aggiunge Schifani -. Ci sono segnali importanti, abbiamo ad esempio una previsione per il debito di finanziamento che mentre nel 2022 era di 6,6 miliardi nel 2023 dovrebbe essere di 6,35 miliardi con un risparmio di 250 milioni, e poi anche la riduzione del disavanzo che è sceso da 6,2 del 2021 a 4 miliardi nel 2022”.
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