“Non fu tentato omicidio, il mio assistito non ha mai sparato per ammazzare”. E’ quanto, sostanzialmente, ha affermato l’avvocato Junio Celesti nel corso della sua arringa nel processo che vede come imputato il suo assistito, Giovanni Merlino, 39 anni, accusato dal pm della Procura di Siracusa e della polizia di aver provato ad ammazzare un 50enne, Salvatore Di Fede, centrato, nel febbraio del 2023, alle gambe da alcuni colpi di pistola.

Il processo

Il processo si celebra al palazzo di giustizia di Siracusa con il rito abbreviato mentre la seconda persona coinvolta nell’inchiesta della Procura di Siracusa, Giuseppe Farrazzano, 40 anni, ha deciso di seguire un altro percorso giudiziario.

Le indagini della polizia

Secondo quanto emerso nelle indagini della polizia a sparare sarebbe stato Merlino, il quale, nel corso della sua deposizione, nelle ore successive al fermo, avrebbe spiegato le ragioni che lo avrebbero indotto a premere il grilletto contro un 50enne, che avrebbe avuto una relazione con la sua ex compagna.

Al centro dei contrasti con la vittima ci sarebbero i soldi legati al mantenimento della figlia avuta da Merlino con quella donna. In sostanza, l’indagato avrebbe sostenuto che la quota di denaro da lui versata, sarebbe stata spesa dalla ex compagna e dalla vittima in altro modo, penalizzando, pesantemente, la figlia. Esasperato per le privazioni della ragazzina avrebbe deciso di dargli una lezione.

La tesi della difesa

Secondo la difesa, Merlino, per cui il pm ha chiesto sei anni di carcere, ha collaborato con le forze dell’ordine, prima costituendosi e poi facendo ritrovare la pistola.

La difesa del secondo indagato

L’altro fermato, Giuseppe Ferrazzano, secondo quanto emerso nella ricostruzione della Squadra mobile, sarebbe stato al volante della macchina con cui lui e Merlino si sarebbero recati in via Grottasanta per cercare Salvatore Di Fede.  Ferrazzano, però, avrebbe specificato che non sarebbe stato a conoscenza delle intenzioni di Merlino.

La sequenza dei filmati

Dalle immagini delle telecamere di sicurezza della zona è stato possibile per gli inquirenti conoscere la drammatica sequenza nei dettagli.

Il ferito era ricercato dalla polizia

Di Fede era ricercato dalle forze dell’ordine per via di un aggravamento della misura cautelare a causa di alcune evasioni e per questo venne successivamente arrestato dagli agenti della Squadra mobile.