“Chiunque pensi che avere un commissario sia meglio che avere un organo politico democraticamente eletto sbaglia di grosso”. Lo ha detto il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, a margine dell’incontro con i giornalisti, avvenuto in mattinata nella sala Archimede del palazzo di piazza Minerva, rispondendo ad una domanda sull’opportunità dell’arrivo a Siracusa di un commissario, in sostituzione dello stesso primo cittadino e della sua giunta, se il Cga  confermasse la sentenza del Tar di Catania.  La decisione dei giudici di Palermo è attesa per il 15 gennaio e quella data sarà uno spartiacque importante per il futuro della città, almeno sotto l’aspetto amministrativo e politico.

“Mi sento di affermarlo non perché le figure dei commissari non siano all’altezza, anzi sono personalità di alto profilo ma un conto è gestire l’ordinaria amministrazione, altro -ha detto Italia –  è pianificare su un mandato elettorale. Noi, fino quando avremo l’onore di amministrare non ci risparmieremo, del resto  abbiamo ricevuto il sostegno di oltre 50 mila siracusani. Ribadisco che il mio compito è di servire la città non di perseguire obiettivi personali”.

Il sindaco di Siracusa ha anche svelato quali saranno i prossimi passi della sua amministrazione. “Lavoreremo sul bilancio, lo strumento che consente -ha detto Francesco Italia –  di programmare tutto e garantire servizi alla città. Insieme a questo, abbiamo avviato un programma per il recupero di risorse da parte di chi non paga le imposte locali. La mia amministrazione si è posta l’obiettivo di approvare il bilanci di previsione nei tempi giusti mentre, come sappiamo, negli anni scorsi, il via libera si dava in prossimità delle festività natalizie”

“L’obiettivo è di averlo prima di aprile, d’altra parte prima – ha detto il sindaco di Siracusa – completeremo questo passaggio prima riusciremo a programmare qualsiasi intervento. Abbiamo già approvato ad ottobre il documento unico di programmazione del 2020, fratatanto la giunta ha dato il via libera al piano triennale delle opere pubbliche”.

 

 

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