Non sono voluti rientrare in cella

Carenza idrica al carcere di Augusta, protesta di 40 detenuti, “situazione difficile” denuncia il Sippe

Protesta di circa 40 detenuti del carcere di Augusta per la carenza idrica nel penitenziario.  La manifestazione, che si è concretizzata con il rifiuto a rientrare nelle celle, è stata poi contenuta dagli agenti della Polizia penitenziaria e dopo ore di trattative la situazione è tornata alla normalità. Ma si sono vissuti momenti di grande tensione nel carcere nella giornata di ieri, caratterizzata da temperature assai elevate: senza acqua con cui rinfrescarsi, i detenuti hanno deciso di organizzare la protesta ma, per fortuna, non ci sono state conseguenze. La crisi idrica potrebbe riaccendere ancora una volta gli animi, come avvertono i sindacati, in particolare a sollevare la questione è il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni, che, in questo penitenziario ci lavora.

“La mancanza d’acqua sarebbe la causa scatenante – dice il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni –  e sicuramente i detenuti fautori della protesta cosiddetta pacifica non hanno perso l’occasione per creare una situazione a grave rischio e solo grazie al tempestivo intervento della Polizia penitenziaria si è potuto assicurare l’ordine e la sicurezza. La situazione resta, comunque, molto difficile per via dell’emergenza idrica che coinvolge il carcere di Augusta da più di 20 anni, a cui si aggiunge il problema di zanzare e insetti vari a dismisura.  C’è il pericolo di nuove tensioni dietro le sbarre. Ci auguriamo un immediato intervento da parte delle autorità dirigente, del PRAP e del DAP, nell’auspicio che saranno presi provvedimenti seri e risolutivi che garantiscano le minime condizioni igieniche mancanti”.

Secondo il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni, c’è anche il nodo del sovraffollamento del penitenziario. “La casa di reclusione di Augusta – avverte il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni – oggi contiene un numero di detenuti più del doppio della sua capienza e del personale di Polizia penitenziaria inferiore almeno di 70 unità, quindi è evidente che questa situazione è insostenibile pronta ad esplodere da un momento all’altro”.

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