Il Pd lancia un appello alla mobilitazione, politica ed istituzionale, per salvare il Petrolchimico di Siracusa. La situazione della zona industriale, peraltro risaputa da anni ed acutizzatasi nella fase del lockdown, è preoccupante, visti i timori di una fuga di Isab Lukoil, tagliata fuori dal PNRR e dal piano della Transizione energetica europea. Uno scenario che avrebbe effetti devastanti per l’intero territorio, che vive di industria, capace di assorbire oltre il 50 per cento del Pil locale e circa 7500 lavoratori tra diretti ed indotto.

Crisi acuita dalla guerra in Ucraina

“Il già precario stato di salute dell’area industriale è in questi ultimi giorni aggravato dalla guerra, con le sue conseguenze sanzionatorie, che rischia di compromettere gli assetti finanziari delle imprese con ricadute drammatiche sulla situazione occupazionale” spiega il segretario del Pd Siracusa, Salvo Adorno.

Risposta debole del Governo

I sindacati e Confindustria, da mesi, lanciano l’allarme al Governo nazionale, spingendo per l’attuazione della norma cosiddetta Patto per la raffinazione, cioè aiuti alle aziende del Petrolchimico con sconti forti sulle accise da usare per le produzioni a basso impatto ambientali.

“Al contempo stiamo toccando – dice il segretario del Pd di Siracusa – con mano quanto sia debole e disarticolata la risposta del Governo nazionale e regionale nel merito dell’istituzione dell’area di crisi complessa. Tutta l’area industriale vive in un clima di incertezza”.

“Mobilitazione per il Petrolchimico”

“Nel peggioramento della situazione geopolitica e nelle ricadute della crisi energetica sulla nostra realtà già in difficoltà bisogna continuare a perseguire una risposta che metta insieme tutela del lavoro e dell’ambiente. È necessaria una forte mobilitazione dal basso che veda uniti tutti i soggetti della società, della politica e delle istituzioni. Il Pd intende partecipare e farsi promotore di ogni azione atta ad affrontare lo stato di crisi” conclude il segretario del Pd di Siracusa, Salvo Adorno.