Il senatore del Pd, Antonio Nicita, sollecita il Governo per la nomina di Commissario nazionale per il depuratore Ias che collabori con l’autorità giudiziaria, e concretizzi gli investimenti tecnologici da realizzare per rendere funzionale l’impianto.

L’esponente del Partito democratico ha presentato un emendamento, firmato anche dalla senatrice di Autonomie Dafne Musolino, che punta ad una soluzione della vicenda del depuratore di Priolo, oggi sotto sequestro e per il quale è stato intimato lo stop dei conferimenti dei reflui del petrolchimico, entro la fine del mese di gennaio, in sede di conversione del Decreto Legge ‘Lukoil’ da completarsi alla Camera.

Approvazione entro gennaio

Secondo Nicita, i tempi tecnici per la conversione del decreto Lukoil, con il commissariamento della struttura per mano del Governo nazionale, sono di circa un mese, quindi se ne parlerebbe entro la fine di gennaio. Sarebbe, per il senatore, lo stesso arco temporale necessario alle aziende per completare le operazioni di fermata sulla scorta di quanto previsto dall’amministratore giudiziario dell’Ias. Seguendo il ragionamento di Nicita, la produzione potrebbe essere mantenuta, praticamente senza interruzioni o quasi visto che le due fasi coinciderebbero.

“Il percorso di eventuale approvazione – dice Nicita – degli emendamenti presentati in sede di conversione del Decreto Legge “Lukoil” dovrebbe completarsi entro la fine del mese di gennaio alla Camera. Dal momento che la procedura concordata per l’interruzione dei conferimenti è complessa e articolata – prevedendo speciali autorizzazioni per l’impatto ambientale in relazione alla canalizzazione in torcia di tutte le sostanze industriali da eliminare prima dell’interruzione vera e propria – è ragionevole ritenere che, fatte tutte le verifiche tecniche del caso, in caso di approvazione dell’emendamento, ci sia lo spazio per interventi risolutivi nel pieno rispetto dell’autonomia e delle prerogative dell’Autorità giudiziaria”.

Cosa dovrebbe fare il commissario

In questo modo, si “proteggerebbe” l’Ias dalla chiusura paventata dall’amministratore giudiziario, in quanto il commissario, nominato dal ministro dell’Ambiente, avrebbe il compito “di salvaguardare la produzione, l’occupazione, la salute e l’ambiente” ed ancora “di autorizzare la prosecuzione dell’attività produttiva presso gli impianti di interesse strategico nazionale, nei confronti dei quali l’;autorità giudiziaria abbia adottato provvedimenti di sequestro sui beni dell’;impresa titolare per temporanea inadeguatezza dell’impianto allo smaltimento dei reflui, per un periodo di tempo determinato, non superiore a 24 mesi”.