Un’abitazione trasformata in una boutique clandestina, dirette streaming sui social e un sito web curato nei minimi dettagli: è questo il quadro emerso dall’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Siracusa che ha portato allo smantellamento di un articolato sistema di commercializzazione di prodotti.

L’indagine

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica locale, ha consentito di denunciare tre persone – due residenti a Siracusa e una a Catania – per ricettazione e vendita di merce falsa.

Sequestrata una Lamborghini

I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno sequestrato migliaia di articoli contraffatti, denaro e beni per un valore complessivo di circa 300 mila euro, oltre a disporre l’oscuramento di un sito internet utilizzato come vetrina dell’attività illecita. Tra i beni sottratti anche una Lamborghini Urus, simbolo di un tenore di vita incompatibile con i redditi dichiarati.

Villa con piscina

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il fulcro dell’organizzazione era una villa con piscina situata alla periferia di Siracusa. All’interno, gli indagati avevano allestito uno showroom simile a una boutique di alta moda, dove venivano esposti capi di abbigliamento, borse, orologi e accessori recanti i marchi delle più celebri griffe internazionali, tutti risultati contraffatti.

Le dirette su TikTok

Da questa location partivano le dirette su TikTok e Instagram, seguite da centinaia di utenti. Durante le trasmissioni, la merce veniva mostrata nei dettagli, mentre i venditori evitavano accuratamente di farsi riconoscere, nascondendo il volto o indossando maschere per mantenere l’anonimato.

Parallelamente, il gruppo aveva sviluppato un sito web ospitato su server statunitensi, strutturato come un vero e proprio e-commerce. I prodotti erano suddivisi per marchio e categoria, corredati da immagini in alta definizione, prezzi e descrizioni studiate per esaltarne l’aspetto. Non mancava la dicitura “importazione parallela – qualità AA+ come l’originale”, utilizzata per rassicurare i clienti sulla presunta qualità degli articoli.

I clienti

Il portale, diventato rapidamente popolare, ha consentito di ampliare notevolmente il bacino di acquirenti. Gli ordini venivano spediti tramite corriere e pagati in contrassegno. Le somme riscosse dai vettori venivano poi versate, con cadenza mensile, su conti correnti riconducibili agli indagati, sia in Italia sia all’estero, in particolare in Belgio, Irlanda del Nord e Lituania.

Il denaro, una volta accreditato, veniva prelevato quasi immediatamente in contanti e utilizzato per spese quotidiane, acquisti di beni di lusso, viaggi e vacanze. L’analisi delle spedizioni effettuate negli ultimi cinque anni ha permesso di stimare la vendita di circa 12 mila articoli contraffatti, con un volume d’affari illecito superiore ai due milioni di euro.

Percepivano il RdC

Dall’inchiesta è emerso anche che due dei tre indagati, nonostante gli ingenti guadagni illegali, percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, ottenuto attraverso dichiarazioni mendaci. Un dato che contrasta nettamente con lo stile di vita documentato dalle Fiamme Gialle e confermato dal sequestro dell’auto di lusso, del valore di circa 270 mila euro, nella disponibilità di uno dei responsabili.