“Sono oltre duemila in provincia gli operatori della ristorazione, altrettanti i bar che avranno un fortissimo impatto dalle restrizioni cui si devono aggiungere i tanti operatori di settori che saranno costretti a incrociare le braccia”. Lo denuncia la Cna Siracusa che manifesta tutte le sue perplessità sui contenuti del Dpcm del Governo nazionale.
“Siamo estremamente preoccupati – affermano i vertici di Cna Siracusa guidati dal presidente territoriale Innocenzo Russo – per il quadro che si sta delineando. L’assunzione di responsabilità degli imprenditori è stata pressoché totale con attenzioni, sanificazioni e controllo. Pensare di applicare di fatto una serrata senza aver chiarito anticipatamente le azioni correttive mette a serio rischio la coesione sociale. È tempo di esser chiari, di porre in essere tutte le azioni possibili per scongiurare il crollo di settori che determinano parte rilevante del PIL dell’intero paese”.
“A questo punto – continuano dall’organizzazione – non possiamo che richiedere l’immeditato stop alle scadenze fiscali per i settori più colpiti con la previsione di una eliminazione di una parte della tassazione prevista e la corresponsione di un significativo contributo a fondo perduto. A questo, occorre aggiungere un irrobustimento degli ammortizzatori sociali, garantendo tempi certi per le migliaia di famiglie interessate. Alcune di queste azioni sono state anticipate dal Governo centrale ma occorre passare immediatamente alle determinazioni per dare subito riscontro, l’esperienza di questa primavera ci impone di essere conseguenti alle dichiarazioni e di condividere rapidamente processi per sostenere un pezzo fondamentale del paese”.
“Questo richiamo – concludono – vale per tutti i livelli istituzionali, da quello nazionale a quello regionale, al presidente Musumeci chiediamo immediato riscontro in merito alle agevolazioni ancora ferme al palo, partendo dal famigerato Bonus Sicilia oltre ad ulteriori misure della finanziaria regionale che da maggio ancora non produce effetti, ai sindaci infine chiediamo coesione con le organizzazioni delle imprese e le parti sociali, al fine di evitare che alcune determinazioni siano prese senza un costruttivo confronto con chi sostiene l’economia locale”.
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