Il fascicolo sul duplice omicidio di Lentini è finito nelle mani del gip del tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, che ha già disposto una perizia balistica per ricostruire con esattezza la dinamica della sparatoria costata la vita a Massimo Casella e Agatino Saraniti. Il consulente avrà il compito non solo di verificare la distanza da cui il presunto assassino, Giuseppe Sallemi, 42 anni, lentinese, ha premuto il grilletto con il suo fucile, poi rintracciato dalla polizia, ma anche di svelare se il secondo custode fermato 48 ore fa, Luciano Giammellaro, 70 anni, avesse pure lui un’arma usata contro le vittime, tra cui Gregorio Signorelli, scampato alla pioggia di piombo e ricoverato al Garibaldi di Catania.

Secondo la tesi del pm della Procura di Siracusa, Andrea Palmieri, e sulla scorta della testimonianza del ferito, a sparare sarebbero stati entrambi. Frattanto, Giammellaro, nella giornata di  domani si sottoporrà all’udienza di convalida del fermo davanti al gip di Siracusa, Andrea Migneco, e probabilmente, come accaduto con Sallemi, sarà emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare. In serata, ci sarà l’autopsia sulle salme delle vittime che sarà eseguita, nel corso dell’incidente probatorio, dal medico legale del gip.

I tre catanesi si sarebbero recati in contrada Xirumi per rubare arance mature ma si sarebbero trovati di fronte i due custodi: su questo punto, però, ci sono dei lati oscuri perché, nell’interrogatorio successivo al fermo, Giuseppe Sallemi avrebbe ammesso di avere sparato in quanto sentitosi minacciato di morte ma non avrebbe tirato in ballo Luciano Giammellaro.

Dopo questa sua deposizione sono accaduti due episodi, piuttosto importanti: la richiesta del legale di Sallemi, l’avvocato Rocco Cunsolo, di eseguire una perizia psichiatrica sul suo assistito che, a suo avviso, soffrirebbe di una patologia, capace di aver influito in quegli istanti drammatica; il miglioramento delle condizioni di Gregorio Signorelli, le cui parole, raccolte dalla polizia e dal magistrato, hanno permesso all’inchiesta di prendere un’altra piega. Gli investigatori non escludono che la storia possa arricchirsi di altri elementi, molto dipenderà dal secondo custode, se deciderà di raccontare altri dettagli al giudice.

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