Inizieranno il 27 febbraio le operazioni peritali per verificare le capacità motorie di Luciano Giammellaro, 73 anni,  imputato, insieme a Giuseppe Sallemi, 45 anni, del duplice omicidio avvenuto in un fondo agricolo in contrada Xirumi, a Lentini, nel febbraio del 2020. E’ quanto stabilito dai giudice della Corte di Appello di Catania che ha dato tempo al consulente 60 giorni di tempo per depositare la perizia.

La richiesta della difesa di Giammellaro

La richiesta della nomina del perito era stata avanzata nella precedente udienza dalla difesa del 73enne, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Ragazzi, per il quale ci sono delle discrepanze nelle dichiarazioni rese da un testimone dell’omicidio, Gregorio Signorelli, scampato all’agguato in cui persero la vita Massimiliano Casella, 47 anni, Agatino Saraniti, 19 anni, recatisi in quell’appezzamento di terreno per rubare arance.

Sotto osservazione la ricostruzione di un testimone

Secondo Signorelli, l’anziano custode sarebbe corso verso una delle vittime per ucciderla ma la difesa sostiene che  Giammellaro ha dei problemi di deambulazione, risalenti al periodo precedente al delitto. Insomma, non sarebbe stato in grado di camminare fluidamente, figurarsi correre.

Ergastolo per due custodi in primo grado

Nel processo in primo grado, i due custodi sono stati condannati all’ergastolo dai giudici della Corte di Assise di Siracusa.

Il furto di arance ed il delitto

Secondo quanto emerso dalle indagini della polizia e coordinate dai magistrati, i tre catenesi si sarebbero diretti in un appezzamento di terreno per rubare delle arance ma contro di loro gli imputati avrebbero esploso dei colpi di fucile che non hanno dato scampo a Saraniti e Casella mentre riuscì a salvarsi Signorelli, trasportato in ospedale a Catania. Venne interrogato dagli inquirenti a cui raccontò di essere rimasto vittima, insieme agli altri due catanesi, di una vera e propria spedizione punitiva.

Il cambio di scenario

Nel corso del processo, però, c’è stato un cambio di scenario dopo che Sallemi ha addossato le responsabilità del duplice omicidio a Giammellaro ed al figlio di quest’ultimo ma né il pm né i giudici hanno creduto alla sua versione.

I risarcimenti in primo grado

I giudici hanno anche condannato gli imputati al risarcimento delle parti civili: 80 mila euro per Gregorio Signorelli; 50 mila euro per Grazia Alì;  30 mila euro per Marco Casella; 30 mila euro per Loredana Casella; 30 mila euro per Mario Casella; 30 mila euro per Emilia Casella; 20 mila euro per Domenico Vinciguerra; 80 mila euro per Debora Labattaglia; 80 mila euro per Lorenza Casella. Solo Sallemi dovrà rimborsare: 80 mila euro per Patrizia Di Pietro;  30 mila euro per Salvatrice Carmela Zuccaro; 30 mila euro per Giuseppe Zuccaro Agatino; 30 mila euro per Angelo Salvatore Saraniti; 110 mila euro per Morena Grazia Scuderi.

Questi i difensori delle parti civili: gli avvocati Emiliano Bordone, Fabio Presenti, Pierpaolo Montalto, Rossana Scibetta, Emilio Laferrera, Barbara Ronzivalle). Gregorio Signorelli è assistito dall’avvocato Paola Lopresti.