L’impianto “risulta in grado di trattare quanto ad oggi recapitato in fognatura”. E’ quanto indicato nella relazione “datata settembre 2022” del consulente Gianni Andreottola inviata all’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente in merito alle condizioni del depuratore Ias, l’impianto di trattamento dei reflui civili dei Comuni della zona industriale del Siracusano e dei fanghi delle imprese del Petrolchimico, sotto sequestro da tre mesi a seguito dell’inchiesta per disastro ambientale della Procura di Siracusa.

I dubbi della Procura sulla relazione

Per i magistrati aretusei, però, questa conclusione non risponderebbe alla realtà, perché, secondo gli stessi inquirenti, il depuratore continua a non funzionare, come spiega lo stesso gip del Tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, nel decreto di revoca dell’amministratore giudiziario dell’Ias, Piero Capitini, colui che ha, sostanzialmente, incaricato quel perito di compiere una relazione sullo stato dell’impianto.

Le contestazioni del Gip

Nel provvedimento del gip, che contestualmente nomina il nuovo amministratore giudiziario, Antonio Mariolo dopo le dimissioni di Capitini, è indicato che “la presente procedura di amministrazione della società Ias presenta notevole complessità” “ed ancora oggi, nonostante siano passati oltre tre mesi dal sequestro, non si è ancora provveduto a dare compiuta esecuzione al provvedimento ablativo per problematiche di ordine tecnico, nonostante i diversi solleciti di questo giudice”.

La difesa dell’ex amministratore

L’ormai amministratore, per rispondere alle contestazioni della Procura in merito alla relazione del consulente, attestante le condizioni ottimali dell’impianto, ha spiegato che “la trasmissione della relazione del professore Andreottola è avvenuta con la riserva espressa di effettuare ulteriori integrazioni ed approfondimenti tecnici al solo fine di adempiere tempestivamente alla prescrizione  e con l’espressa indicazione che trattavisi di un adempimento parziale.

Le preoccupazioni di imprese e sindacati

Il depuratore Ias è strategico per le imprese della zona industriale: se l’impianto si blocca, tutta l’area del Petrolchimico si paralizza con ricadute pesantissime sulla produzione ed a cascata sull’indotto. Nei giorni scorsi, aziende e sindacati si sono dati appuntamento in Confindustria. “C’è preoccupazione per gli esiti delle attuali problematiche riguardanti IAS ed embargo del petrolio russo, per le ricadute gravissime che avrebbero per l’intera zona industriale nel caso di una loro negativa evoluzione”.