Aziende e sindacati si sono dati appuntamento nella sede di Confindustria per trovare soluzioni al fine di arginare la striscia di incidenti sul lavoro nella zona industriale e per lanciare l’allarme sul futuro del Petrolchimico che rischia la chiusura. In merito al primo punto, è stato costituito un tavolo permanente di confronto.

Il tema della sicurezza

“Un confronto sereno su una tematica ritenuta di primaria importanza: la sicurezza è una priorità riconosciuta sia dalle aziende committenti che da quelle appaltatrici” è stato detto dai rappresentanti di Confindustria Siracusa – ma ulteriore attenzione continuerà ad essere posta al tema degli appalti in zona industriale, nella convinzione che la sicurezza sul lavoro non è mai considerato un costo dalle aziende ma un investimento“.

Il caso Ias e Lukoil

Ma l’altro aspetto, non meno importante, affrontato da aziende e sindacati è stato il futuro, sempre più fosco, del Petrolchimico. Innanzitutto, c’è la questione Ias, il depuratore di Priolo, sotto sequestro per disastro ambientale come disposto dal gip del Tribunale di Siracusa. Qui arrivano i fanghi delle imprese della zona industriale per il loro trattamento ma se l’impianto non subirà modifiche per evitare l’inquinamento del mare verrà bloccato tutto e di conseguenza resterà paralizzato l’intero Petrolchimico.  Insomma, senza Ias non c’è futuro per la zona industriale.

L’altro nodo è quello della Lukoil che rischia la chiusura: dal 5 dicembre saranno bloccate le importazioni di greggio proveniente dalla Russia, l’unico al momento che la società può trattare: le banche hanno tagliato le linee di credito per acquistare petrolio da altri paesi.

La preoccupazione

Sindacati ed azione hanno espresso “preoccupazione per gli esiti delle attuali problematiche riguardanti IAS ed embargo del petrolio russo, per le ricadute gravissime che avrebbero per l’intera zona industriale nel caso di una loro negativa evoluzione”.

 

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