Lo stabilimento Isab Lukoil, che ha due raffinerie nel Petrolchimico di Siracusa, ha un nuovo direttore generale.  Eugene Maniakhine, 40 anni, laureato in Economia e commercio presso Università di Ginevra, Mba in Business Administration and Management, ha preso il posto di Oleg Durov.

Il neo direttore di Isab Lukoil non è un neofita, dal 2018 ha ricoperto il ruolo di vice direttore generale per Affari e Finanza in Isab, e c’era anche lui, il 2 agosto scorso al Ministero dello Sviluppo Economico, insieme a Durov, per discutere della crisi della Lukoil, a causa del taglio delle linee di credito da parte degli istituti bancari che, tutt’ora impediscono, alla società di comprare petrolio da paesi non russi, e delle imminenti sanzioni dell’Ue che impediranno, dal 5 dicembre, le importazioni di greggio dalla Russia.

Spallucce del Governo a Lukoil

Il Governo italiano, in quell’incontro, ha sostanzialmente fatto spallucce, nessun provvedimento è stato soprattutto adottato, come, invece, speravano dalla Lukoil, per sbloccare le linee di credito. L’azienda ha anche richiamato un articolo del Decreto aiuti, “Misure temporanee per il sostegno alla liquidità delle imprese tramite garanzie prestate dalla Società SACE SpA”, la società per azioni controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze per la copertura dei rischi credito a breve termine ma anche questa richiesta è caduta nel vuoto.

Le trattative di vendita non smentite

Lukoil aveva assicurato, in quella sede, che “la società non ha ricevuto manifestazioni di interesse da parte di terzi né in tema di cessione di azienda né in tema di affitto di azienda” anche se “pronto a cogliere ogni opportunità per uscire dalla crisi”.

In effetti, negli ultimi giorni si sono fatte insistenti le voci di una trattativa con un fondo americano, rilanciata dal Financial Times. La Lukoil non ha confermato ma nemmeno smentito ufficialmente queste anticipazioni, resta da capire se dentro il colosso russo, dopo il no dell’Italia ad aiutarlo con le banche per l’acquisto di greggio da raffinare nello stabilimento tra Siracusa e Priolo e con lo spettro delle sanzioni, abbia deciso di cambiare strategia. E per farlo potrebbe avere deciso anche di modificare l’assetto del management.